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Perfidia, Meloni avanza e gli elettori arretrano. Lo scrittore Abbate: «Schlein sulla bandiera rossa ci ha messo un unicorno»

Nell’ultima puntata del talk politico di Antonella Grippo hanno tenuto banco l’astensionismo crescente e la questione morale tra strumentalizzazioni e paradossi. Tra gli ospiti il massmediologo Klaus Davi, Orrico (M5s), De Lorenzo (Fdi), Camporini (Azione), Sbarra (Cisl) e Gallera (Fi).

 

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di Claudio Labate
20 aprile 2024
09:50

È “cacao meravigliao” la sigla di benvenuto della venticinquesima puntata di Perfidia, scelta da Antonella Grippo per indicare la traiettoria di una puntata che si concentra sull’astensionismo che pare stia sfiorando la percentuale del 50%. «Ma l’astensionismo è indifferenza - si domanda la giornalista di Sapri - o dissenso organizzato e assertivo?»

Come di consueto, tanti gli ospiti che salgono sul tapis roulant di Perfidia, spaziando dal locale al nazionale, lambendo scenari internazionali: dal massmediologo Klaus Davi allo scrittore Fulvio Abbate, da Anna Laura Orrico (Movimento 5 Stelle) ad Antonino De Lorenzo (Fratelli d’Italia), passando dai contributi di Vincenzo Camporini (Azione), del segretario generale della Cisl Luigi Sbarra e di Giulio Gallera (Forza Italia).


La presenza della coordinatrice regionale cinquestelle Orrico, fa subito concentrare il dibattito sul campo largo che non c’è e sulle reciproche accuse tra Pd e M5s su una questione morale che per la Grippo a volte è usata cinicamente per “drogare” i sondaggi politici. La Orrico però punta ad alzare l’asticella dell’etica e della moralità di chi occupa posti nelle istituzioni, se poi il tema serve anche ad attirare quella parte dei cittadini che si iscrivono all’astensionismo, «ben venga».

A proposito di etica, il sindaco di Praia a Mare, Antonino De Lorenzo precisa che in Fratelli d’Italia non si sovrappone la questione morale al garantismo. In questo senso il caso della ministra Santanchè fa scuola - «si dimetterà, o sarà indotta a dimettersi, quando sarà condannata» dice il sindaco – mentre la Orrico sentenzia: «State azzerando l’etica nelle pubbliche istituzioni».

Ma il tema della puntata – dal titolo “Che mi hai portato a fare sopra Posillipo...” – incombe, e rammenta allo studio che gli italiani non si riconoscono nelle scelte dei partiti per i quali avevano votato nella consultazione elettorale delle Politiche del 2022. De Lorenzo però è fermamente convinto che la Meloni stia gettando e basi per una nuova Italia servita da infrastrutture e protetta dal dissesto idrogeologico.

Per il massmediologo Klaus Davi, quello dell’astensionismo non è un trend negativo solo italiano. «Le modifiche dei sistemi elettorali che danno meno importanza al ruolo territoriale del politico hanno inciso molto. Dare potere totale ai partiti ha allontanato la gente che non trova soluzioni nella politica ai propri problemi. E poi, scandali arresti, corruzione…» fanno il resto. 

Per De Lorenzo però «la moralità e la legalità non hanno un partito politico», al pari della «fattività e della concretezza, elementi che la politica dovrebbe far arrivare agli elettori, anche se «il non voto è una grande responsabilità, perché non decidere non è mai una cosa buona».

Campo largo, campo giusto

Ad aggiungere pepe al piatto di Perfidia ci pensa lo scrittore Fulvio Abbate, secondo cui il «campo largo assomiglia ad una lite condominiale» che non è chiaro come finirà: «C’è un pezzo di mondo che reputa Giuseppe Conte politicamente consistente, quanto la Schlein che al posto della bandiera rossa adesso innalza l’Unicorno». Rispetto ai fatti del Carroccio, Abbate afferma che Bossi dalla sua teca ritiene che l’adolescenza della Lega sia stata snaturata e che in sostanza faccia bene ad affermare i principi dell’antifascismo di fronte ad un Salvini che oltre a Vannacci candiderebbe anche il cane discendente dal cane di Mussolini.

Per la Orrico, il campo largo o il campo giusto è un campo dove c’è dialettica vivace: «se dobbiamo lavorare insieme al Pd ed Alleanza Verdi e Sinistra per un progetto politico dobbiamo confrontarci. Sul salario minimo come sui temi della lotta alla corruzione, sui diritti dei più deboli e sulle pari opportunità stiamo lavorando insieme. C’è una dialettica vivace e onesta, al contrario di quanto avviene nel centrodestra che si mettono assieme perché hanno degli affari da sbrigare che spesso corrispondono agli affari degli amici degli amici».

Per Davi l’accordo tra Pd e M5s si farà dopo le europee, ma il centrodestra «è più pragmatico e compatto» e la Meloni sta vincendo la partita, soprattutto perché se Salvini va sotto Tajani la Lega cercherà un nuovo leader.

C’è spazio anche per commentare lo scontro in Medio Oriente tra israeliani e palestinesi, con il generale Vincenzo Camporini, arruolato in Azione di Calenda, per il quale si tratta in sostanza di uno scontro per affermare una leadership di carattere regionale tra Turchia, Iran e Arabia Saudita. Una lettura in qualche modo contrastata da Klaus Davi, secondo il quale invece stiamo assistendo ad una guerra di tensione e politica.

La puntata integrale è disponibile online su LaC Play.

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