L’obiettivo

Politiche 2023, la lunga marcia del Pd in Calabria: Irto punta su candidati con «gli occhi della tigre»

Nella direzione nazionale del 21 febbraio, il segretario regionale ha chiarito di voler guardare «ogni giocatore negli occhi, chi vuole vincere, lo metterò in campo»

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di Pietro Bellantoni
12 marzo 2022
06:30
Nicola Irto
Nicola Irto

Il vero banco di prova per il Pd di Nicola Irto saranno le Politiche del 2023. I vertici del partito regionale hanno ben chiara la consapevolezza che – al di là del risultato delle importanti quanto imminenti Amministrative di Catanzaro, per le quali Nicola Fiorita ha già avuto il difficile mandato di costruire un campo largo e progressista – il valore politico del corso impresso dal nuovo segretario si misurerà sul medio-lungo periodo, e quindi a partire dal voto per il Parlamento e dai risultati che verranno fuori dalla Calabria.

L'obiettivo è superare il non troppo esaltante 13% rimediato alle ultime Regionali – oggi il Pd nazionale viaggia intorno al 20% – e, soprattutto, l'altrettanto deludente 14% delle Politiche 2018, quando il partito era ancora guidato da Matteo Renzi e, in Calabria, da Ernesto Magorno.


La lunga marcia di avvicinamento alle Politiche sta per partire, ma prima Irto conta di definire ulteriormente gli assetti del partito. A breve, circa un mese, il segretario, come già annunciato, lascerà la carica di capogruppo in Consiglio regionale per dedicarsi totalmente alla segreteria.

A raccogliere il testimone dovrebbe essere uno tra Mimmo Bevacqua e Raffaele Mammoliti, con il primo in netto vantaggio sia per ragioni numeriche (ha preso più voti) sia per l'esperienza maturata a Palazzo Campanella (è alla seconda legislatura e ha già guidato il gruppo durante il Governo Santelli).

Nei territori il lavoro di ricostruzione, difficile e tormentato, si è concluso con i congressi provinciali e cittadini che – con l'eccezione di Cosenza, dove l'assise è stata rinviata sine die – hanno sancito la vittoria di una nuova classe dirigente composta essenzialmente da 30enni.

Non si può certo dire che dietro l'elezione dei vari Antonio Morabito (Reggio), Domenico Giampà (Catanzaro), Giovanni Di Bartolo (Vibo) e Leo Barberio (Crotone) non ci siano i soliti ras del partito, né che l'unità formalmente raggiunta non sia solo una tregua prima dello scoppio di nuove faide interne, ma Irto è convinto che il Pd calabrese, da ora in poi, possa scrivere una nuova pagina della sua storia.

La «rigenerazione» perseguita dal segretario reggino dovrà tuttavia misurarsi con le urne, tra poco più di un anno. È chiaro che un flop elettorale rischierebbe di far naufragare tutto il progetto. Dall'entourage di Irto filtra però grande ottimismo. Anche perché – sostiene più di un dirigente – il centrodestra calabrese, malgrado il trionfo dello scorso ottobre e la schiacciante vittoria di Roberto Occhiuto, potrebbe pagare sulla propria pelle quanto accade a Roma.

Lo strappo sul Quirinale tra Lega e Fratelli d'Italia non è ancora stato ricucito, mentre Forza Italia – che in Calabria è il primo partito – è lacerata dalla guerra fredda tra governisti, filo centristi e sostenitori di un rinnovato patto federativo con Salvini. Un tormento, quello dei berlusconiani, che è testimoniato anche dall'atteggiamento piuttosto ondivago di Occhiuto, il quale, giusto pochi giorni fa, ha criticato in modo plateale il suo partito per il voto contrario alla riforma del catasto in commissione Finanze («con questi strappi si corre il rischio di regalare Draghi alla sinistra»).

«Tra un anno assisteremo allo smottamento di tutto il centrodestra. E gli effetti – dicono dal Pd calabrese – si sentiranno anche qui». Per Irto, invece, la strada potrebbe essere più agevole. Per più di una ragione, tra cui quella di non dover garantire rendite di posizione. Il Pd conta infatti solo due parlamentari uscenti, Enza Bruno Bossio e Antonio Viscomi, a differenza, ad esempio, di Forza Italia, che ne ha ben otto.

«Nicola – spiega un dem di primo piano – avrà molti più margini di manovra e potrà puntare su energie fresche e determinate, così come vuole Letta». In merito alle candidature per le Politiche, il segretario nazionale, durante la Direzione nazionale del 21 febbraio, ha chiarito di voler vestire i panni dell'allenatore in puro stile Apollo Creed: «Guarderò ogni giocatore negli occhi e, se vedrò gli occhi della tigre di chi vuole vincere, lo metterò in campo».

Rocky III piace molto anche a Irto. Il suo match è appena iniziato. La lunga marcia pure.

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