Le primarie spaccano il Pd: la Commissione si riunisce per vagliare i verbali

Ancora incertezza sui dati regionali: Zingaretti vince, ma Oliverio finisce nel mirino degli oppositori. I renziani di Martina, gli esponenti di Calabria con Zingaretti e i sostenitori di Giachetti chiedono l'apertura di una fase nuova e un candidato diverso per le prossime regionali. E intanto fioccano i ricorsi a Vibo e Catanzaro

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di Riccardo Tripepi
4 marzo 2019
18:48

Neanche il tempo di chiudere le urne, e senza ancora i dati ufficiali a disposizione, in casa Pd Calabria è scoppiato il putiferio. L’ex segretario Ernesto Magorno, dopo aver ispirato il commissariamento del partito affidato al renziano Stefano Graziano, è uscito sulla Gazzetta del Sud la mattina seguente alla votazione con un’intervista preconfezionata con la quale si considera conclusa l’esperienza di Mario Oliverio alla guida della Regione, definita anche fallimentare. Appena qualche ora dopo arriva il trionfale comunicato della lista “Calabria con Zingaretti” che, anche se a macchia di leopardo, ha raggiunto buoni risultati con il record su Vibo dove Bruno Censore pare aver fatto il pieno con percentuali vicine al 70%, mentre “Piazza Grande”, lista pro Zingaretti ma legata al governatore, non raggiungerebbe neanche il 10%.

 


«Il successo di Nicola Zingaretti anche in Calabria è stato netto e omogeneo in tutta la Regione – dicono gli esponenti della seconda lista zingarettiana - Ciò dimostra che è necessario aprire una fase di profondo cambiamento e di unità che possa portare al rilancio del Partito, che deve sempre più accentuare il suo carattere popolare, il radicamento sui territori e puntare a una nuova classe dirigente. Abbiamo bisogno di una vera e propria svolta anche per quanto riguarda l’esperienza del governo regionale. La strada da seguire è quella di aprire un confronto e un’interlocuzione per creare le basi di uno schieramento politico ampio, facendo tesoro del civismo democratico che si è espresso in questi anni anche in Calabria. Infatti, per le prossime elezioni regionali abbiamo bisogno di un candidato alla presidenza della regione che possa essere punto di riferimento non solo del Pd ma di un’alleanza civica e di centrosinistra, così come è avvenuto alle ultime regionali in Abruzzo e Sardegna». In buona sostanza i renziani del partito che hanno sostenuto Maurizio Martina portandolo ad una media del 30%, con punte più alte a Lamezia e Reggio Calabria, e i sostenitori di Zingaretti legati alla lista formata da Bruno Censore e Carlo Guccione, che sperano di sfondare il 10% come media regionale al termine del conteggio, insieme agli esponenti della lista che ha sostenuto Giachetti chiedono subito un cambio di passo e l’abbandono dell’esperienza di governo alla Regione.

 

Il che vorrebbe dire quantomeno primarie per la scelta del futuro candidato alla carica di governatore per il centrosinistra, se non la  richiesta esplicita di un passo indietro da parte del presidente della giunta. Oliverio e i suoi, dal canto loro, stanno provando ad intestarsi la vittoria sbandierando le percentuali altissime ottenute a Cosenza con Piazza Grande sopra il 50% e a Reggio Calabria dove il sindaco Falcomatà e il capogruppo Romeo hanno fatto viaggiare la lista benissimo in Provincia (vicini al 60%) e bene in città dove invece ha tenuto Martina con il 32% dei consensi. Un’intestazione che, però, sarà dura a passare. Intanto perché a Catanzaro e Vibo gli oliveriani hanno deluso. Enzo Bruno non è riuscito a trascinare Piazza Grande e il suo apporto da futuro capolista alle regionale è sembrato deficitario. A Vibo, invece, Censore e il suo gruppo hanno fatto il bello e il cattivo tempo. Con l’ulteriore complicazione legata ai ricorsi sull’esito del voto per presunte irregolarità ai seggi sia a Catanzaro, dove la tensione è stata alta fin dalla mattinata, sia a Vibo dove sarebbero in contestazione gli elenchi (più elettori che residenti) e, addirittura, la sparizione di alcuni registri. Sulle questioni si esprimerà la Commissione per il Congresso che vaglierà i verbali e assegnerà i seggi.

 

Il clima, insomma, non è dei migliori e il partito appare lacerato come non mai. Non a caso Nicola Zingaretti, che pure stravince nella nostra Regione, non si è fatto mai vedere in campagna elettorale. Il quadro dovrà essere chiaro prima che il nuovo segretario prenda una posizione e molto, probabilmente, passerà dal tipo di accordo che verrà stretto con l’area Martina. A quel punto anche la periferica Calabria entrerà in agenda e, a prescindere dai pennacchi sulla vittoria che le singole correnti vorranno intestarsi, arriveranno le decisioni finali sul congresso regionale e sulle future elezioni. Oliverio spera che Piazza Grande concluda con una percentuale ampiamente superiore al 50% su base regionale. Altrimenti rischia di ritrovarsi minoranza, o quasi, se il resto delle liste (Martina, Giachetti e Calabria con Zingaretti) dovessero avvicinarsi alla metà dei consensi. Tutte queste componenti, infatti, sarebbero contro la ricandidatura di Oliverio.

 Riccardo Tripepi

 

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Giornalista
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