La riflessione

Processo Miramare, Falcomatà chiede ai reggini di resistere. Ma poi?

Il tempo del primo cittadino, non solo quello relativo alla sospensione, sta scadendo. In questo anno di inattività forzata, ha avuto modo di riflettere sui limiti della sua amministrazione e di studiare quei correttivi in grado di avviare quella svolta annunciata nel 2014?

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di Pietro Bellantoni
10 novembre 2022
14:46
Giuseppe Falcomatà
Giuseppe Falcomatà

Il paradosso è enorme: il Pd di Falcomatà ora spera che il neo ministro della Giustizia Nordio, esponente del Governo Meloni, il più destrorso della storia repubblicana, tenga fede ai suoi propositi e lavori per cancellare il reato di abuso d’ufficio, da cui deriva la sospensione del sindaco di Reggio per effetto della Legge Severino. La norma anticorruzione, che prevede l’incandidabilità e la decadenza dei politici condannati per reati gravi, tra cui quelli contro la pubblica amministrazione, fu approvata nel 2012 anche con i voti di un Pd al tempo votato al giustizialismo più sfrenato.

Oggi i dem (dopo aver esultato per la decadenza di Berlusconi) sono un po’ più cauti sul tema, sicuramente più dei 5 stelle, anche se questo nuovo mood non ha impedito al segretario Letta di suggerire di votare “no” in occasione dell’ultimo referendum sulla Giustizia, azzoppato dal mancato raggiungimento del quorum. Uno dei cinque quesiti prevedeva, appunto, l’abolizione della Severino.

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