Proclamazione, Callipo non c’era: «Avvertiti tardi, sgarbo istituzionale»

Il leader del centrosinistra calabrese lamenta mancanza di attenzione verso la minoranza. Invita ad accantonare le «liturgie di potere» e a rimboccarsi le maniche

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di Redazione
16 febbraio 2020
11:08
Regione, Pippo Callipo
Regione, Pippo Callipo

Non si è fatta attendere la spiegazione di Pippo Callipo in merito alla sua assenza nella giornata della proclamazione degli eletti, avvenuta ieri a Catanzaro. L’imprenditore vibonese, candidato alla presidenza della Regione in occasione dell’ultima tornata elettorale affida la sua posizione ad una nota stampa: «La campagna elettorale è ormai passata, è in via di completamento anche la fase della proclamazione degli eletti ma, al netto delle belle parole, i problemi quotidiani dei calabresi restano tutti drammaticamente attuali», si legge nel comunicato.

E ancora: «Chi perde, benché sia il portavoce dell’opposizione e rappresenti circa 245mila calabresi, viene sempre considerato poco, rispetto a chi vince, e devo constatare che ciò è avvenuto anche nei passaggi istituzionali propedeutici alla formazione del nuovo Consiglio regionale. Al contrario di altri che evidentemente lo hanno saputo per tempo – aggiunge - la persona che era stata delegata alla presentazione delle liste della mia coalizione è stata avvisata solo sabato mattina alle 8,50 della imminente proclamazione ed essendo io fuori sede non ho potuto essere presente. Si tratta di un dettaglio formale che però rende l’idea di come vadano le cose in Calabria e che mi sembrava doveroso chiarire per spiegare la mia assenza».

«Si parla solo di trattative per le postazioni di potere»

Callipo ha poi analizzato lo stato in cui versa la politica: «Premettendo che nessuno ovviamente pretende che in pochi giorni vengano affrontate tutte le gravi emergenze che incombono sui territori, trovo comunque avvilente – evidenzia Callipo – che si continui a parlare solo delle trattative per le postazioni di potere, o di vecchie e nuove correnti di partito, senza che si intraveda nel dibattito politico nemmeno una vaga idea di come provare a invertire la rotta. Non una parola su come contrastare l’emorragia dei giovani e l’abbandono dell’entroterra, nessun segnale di sobrietà né di ritorno alla politica intesa come servizio alla comunità».


Una Calabria, insomma, che necessità di segnali forti: «La situazione che ho toccato con mano girando in lungo e in largo per la regione fa tremare le vene ai polsi. Nei paesi delle aree interne – afferma Callipo - si vivono situazioni allarmanti: i cittadini subiscono la spoliazione continua di servizi fondamentali, moltissime persone in condizioni di disagio non hanno alcuna forma di assistenza, diversi sindaci devono addirittura lottare per non fare chiudere le scuole elementari perché mancano i numeri minimi necessari a mantenere le classi. La meritocrazia, inoltre, continua a essere calpestata e i nostri ragazzi migliori sono costretti a partire per vedere riconosciute altrove le loro competenze».

«Dare voce ai territori»

L’impegno, in seno al Consiglio regionale, assicura, non mancherà: «Chi come me continua a coltivare la speranza di una nuova Calabria deve innanzitutto dare voce ai territori e misurarsi con la realtà che ogni giorno vivono migliaia di calabresi. Ha il dovere di farlo – dice Pippo Callipo – chi ha un ruolo di opposizione, perché non possiamo certo permetterci di ricadere nel circolo vizioso delle vendette e dei giochetti tattici finalizzati solo ad accaparrarsi future poltrone, e ha il dovere di farlo soprattutto chi è stato incaricato dalla volontà popolare di governare nell’interesse della collettività. Non si può perdere altro tempo in consumate liturgie di potere, la Calabria – conclude - sta affondando nell’indifferenza».

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