Il retroscena

Provinciali Catanzaro, Nicola Fiorita caduto sotto i colpi del fuoco amico: ecco i motivi

Il sindaco del capoluogo al di là delle dichiarazioni di prammatica con la mancata presidenza dell’ente intermedio ha ricevuto un chiaro segnale da parte dei suoi migliori alleati

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di Danilo Colacino
30 settembre 2022
07:30

Le elezioni per la presidenza della Provincia, che da quando è un ente di secondo livello ha per così dire perso molto del suo appeal, a Catanzaro potrebbero determinare conseguenze parecchio significative. Mai come questa volta, infatti, maggiorenti e partiti locali si sono attivati per centrare i loro obiettivi.

Il proficuo lavoro del centrodestra

Ottimo riscontro per il centrodestra, capace di ritrovare la temporaneamente smarrita unità in un battibaleno. La coalizione che - fra il sindaco di Lamezia Paolo Mascaro, il facente funzioni alla guida dell'ente intermedio Fernando Sinopoli e il primo cittadino della piccola Soveria Simeri Amedeo Mormile - ha un po' a sorpresa optato per la candidatura di quest'ultimo. Un Mormile poi effettivamente uscito vincitore da una competizione tutt'altro che agevole contro il centrosinistra e il collega a capo nientemeno dell'amministrazione comunale del capoluogo.


Il forte segnale del Pd a Fiorita

Ha lavorato bene, ma in senso opposto agli storici rivali come ovvio, pure il fronte guidato dal Pd. E gli esponenti territoriali del partito lettiano in particolare. Che hanno dato l’impressione di voler inviare un chiaro messaggio a Nicola Fiorita, mostratosi troppo tiepido alla recentissime Politiche nei confronti degli aspiranti parlamentari catanzaresi fra cui figurava addirittura la vice "fioritiana" Giusi Iemma. E non soltanto per questo, pur importante, motivo. Una linea di condotta rispetto a cui non si è fatto alcun accenno pubblico, che è però sembrata palese per esternare il disappunto affiorato in certi ambienti Dem cittadini. Dove, è evidente, si è deciso di dare un segnale forte a un sindaco che, non appena eletto lo scorso 26 giugno, ha iniziato a muoversi per conto proprio. Addirittura avviando un fitto dialogo con il centrodestra per poi gratificare oltremodo qualche figura notoriamente legata al medesimo schieramento. A tutto svantaggio, quindi, di quanti avevano sostenuto il suo intento e il progetto di governo della città da lui varato.

Le ripercussioni a Palazzo De Nobili

 Possibili delle ripercussioni dopo il voto alla Provincia a Palazzo De Nobili, almeno a breve termine (si ricorda, peraltro, che a inizio della prossima settimana era già fissata una seduta del civico consesso). Effetti, però, non tali da mettere minimamente in discussione la tenuta dell'Amministrazione in carica. Che, come da noi più volte rimarcato, si fonda più sulla disoccupazione, di molti degli eletti privi di altro lavoro e quindi di ulteriore reddito, rispetto a logiche e criteri squisitamente politici. Resta il fatto che la situazione in Comune si fa ancora più intricata (e tesa), se possibile, alla luce delle preesistenti evidenti difficoltà a cui va fisiologicamente incontro una maggioranza definibile "ibrida e fluttuante".

Il sindaco perdente esorcizza la sconfitta

 A spiegare con chiarezza cosa non può succedere adesso nell’assemblea municipale, è stato a pochi minuti dalla cocente battuta d'arresto (nella nottata di ieri, quindi) il diretto interessato. Un sindaco che nel riconoscere con grande fair play la larga vittoria dell'avversario, ha affermato: «Avevo molto timore di queste elezioni. Ho accettato di parteciparvi per puro spirito di servizio. Ma ero conscio di imboccare una strada in salita. Ancor più in seguito all'effetto trascinamento del successo registrato dal centrodestra domenica scorsa. Ma per me, a Catanzaro, non cambierà molto. Anzi, penso nulla. Continuerò dunque a impegnarmi, offrendo anche leale collaborazione al neopresidente della Provincia a cui va il mio sincero augurio di buon lavoro».

I guai di Mormile

 La vittoria in pompa magna non cancella di certo i guai di Amedeo Mormile. Ora alle prese con una brutta gatta da pelare. Perché, come fra l'altro ricordato dallo sfidante appena battuto, si troverà ad affrontare un’avventura complicatissima. Soprattutto nel riuscire a garantire la stabilità economica dell'ente. Una montagna da scalare per lui o chiunque fosse al suo posto. Palazzo di Vetro è infatti notoriamente alle prese con un pesante deficit dovuto alla non certo riuscitissima (eufemismo!) riforma Delrio, che ha lasciato un po' tutte le Province d'Italia in mezzo al guado fra tante pesanti deleghe e altrettanti tagli di bilancio. Una sorta di ossimoro, in sostanza. Che a Catanzaro ha determinato una sofferenza finanziaria tale da causare, negli ultimi mesi, persino il ritardato pagamento degli stipendi dei dipendenti, scesi come ovvio sul piede di guerra. Uno stato di cose fino a poco tempo fa impensabile nel settore pubblico.

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