Castrovillari, il comitato del No al referendum in piazza per spiegare le ragioni

Alla manifestazione organizzata dal comitato Pollino–Alto Jonio ha partecipato il vicepresidente nazionale del comitato per il No al taglio del parlamento

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9 settembre 2020
09:31
Alfonso Gianni con Roberto Laghi durante l’incontro
Alfonso Gianni con Roberto Laghi durante l’incontro

«È una legge che strozza il parlamento» e per questo motivo bisogna votare No. Alfonso Gianni, onorevole e vice presidente del comitato nazionale per il No al taglio dei parlamentari ha spiegato così le motivazioni della sua parte politica che si oppone al quesito referendario protagonista della tornata elettorale associata alle amministrative del prossimo 20 e 21 settembre. In piazza con lui a Castrovillari anche Lucia Filomia, componente comitato per il no Pollino – Alto Jonio, Roberto Laghi, presidente ordine avvocati di Castrovillari e Alessandro Mazzitelli, docente di diritto pubblico Unical.

Con lo slogan che guida la campagna informativa “Difendiamo il parlamento, difendiamo la democrazia” i referenti del No sono entrati nel merito delle questioni proposte definendo «una legge pessima, fatta senza criterio» quella oggetto del voto delle prossime settimane. «Il taglio lineare dei parlamentari è stato venduto come un grande risparmio di risorse mentre – ha aggiunto Gianin - se si fanno i calcoli è una tazzina di caffè per ogni italiano all’anno».

Entrando nello specifico poi il vice presidente del comitato nazionale per il No al referendum ha sottolineato che si vuole far credere che con questa legge la «rappresentanza del parlamento è più efficace ma non è vero perché il rapporto tra parlamentari e abitanti si allarga e cadiamo all’ultimo posto in Europa».

E anche quando si propone di votare questa legge asserendo che così il parlamento è più snello e lavora meglio l’onorevole Gianni ha sottolineato che «il parlamento non lavora solo in aula ma anche nelle quattordici commissioni e se hai meno persone da metterci dentro vuol dire mettere il lavoro legislativo in mano a poche persone e pochi partiti, quindi è una legge che strozza la democrazia». Poi un passaggio polemico sulla decisione della direzione nazionale del Pd che ha scelto di votare Si al referendum. «Lo hanno fatto semplicemente per rispettare l’accordo con il Movimento Cinque Stelle – ha dichiarato – ma molti dirigenti hanno ribadito che voteranno No e mi auguro che lo faranno anche molti elettori del Pd».


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