L’intervista

Reggio, cenerentola delle città metropolitane: ancora poche funzioni. Minicuci (Lega): «Si diano una mossa»

L’esponente del Carroccio suona la carica : «Non si vuol fare crescere questa città». Oggi la presentazione di una mozione per un gruppo di lavoro che si interfacci con la Regione. «Ci vorranno almeno dodici mesi»

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di Claudio Labate
5 aprile 2022
13:06
Antonino Minicuci, consigliere metropolitano e leader dell’opposizione al Comune di Reggio Calabria
Antonino Minicuci, consigliere metropolitano e leader dell’opposizione al Comune di Reggio Calabria

«Io sono in linea con quello che sta portando avanti Roberto Occhiuto perché ritengo sia la cosa più corretta. Il problema è che la Città Metropolitana ha altre questioni urgenti che dovrebbe sottoporre al presidente».

Non fa giri di parole Antonino Minicuci, e taglia corto sulla vicenda – anche grottesca – che ha visto la Metrocity partorire lo scorso week end un documento “unanime” di netta contrapposizione all’idea della giunta regionale di creare una Autorità unica per la gestione dei rifiuti e dei servizi idrici, che dopo oltre 24 ore si è trasformato in un documento di pochi intimi primi cittadini. Visto che altri 46 sindaci si sono dissociati da quel documento che avevano avallato, derubricandolo ad una innocente richiesta di incontro al presidente della Regione. Nino Minicuci, che sindaco non è, il problema non se lo è posto. Lui sta col presidente. Ma senza fare sconti, s’intende.


Reggio cenerentola tra le Città Metropolitane

Contattato telefonicamente, per dare un contributo al dibattito in corso, dal suo buen ritiro di Massa Carrara, fa sapere che ci sono cose più importanti per il futuro della Città Metropolitana che rischia di inanellare un altro anno, almeno, da cenerentola tra le pari grado. D’altra parte la vicenda dell’Autorità unica ha riproposto con forza il problema delle “Funzioni”.   

«C’è la necessità di creare un movimento di opinione che spinga il Consiglio regionale, che ne ha la competenza, ad approvare la legge che attribuisce le maggiori funzioni amministrative alla Città Metropolitana di Reggio Calabria, sulla base del principio di sussidiarietà verticale che è previsto dalla nostra Costituzione».

Minicuci non è certo l’ultimo arrivato a Palazzo Alvaro. Conosce bene le stanze e gli uffici della Metrocity, dove si trova a suo agio. La questione delle funzioni da attribuire alla nostra città per lui è vecchia più di quanto non lo sia per altri. Già nel 2016 in qualità di presidente dell’Associazione “Città Metropolitana per lo sviluppo della Calabria” aveva posto l’urgenza del passaggio delle funzioni. Al tempo alla guida di Palazzo Campanella c’era Nicola Irto, e Mario Oliverio presiedeva la giunta, mentre al Governo il reggino Marco Minniti vestiva i panni del ministro degli Interni. Ma non ricevette alcun riscontro alle sue lettere e richieste. Minicuci fu pure audito dalla Commissione regionale Affari istituzionali - «il 21 gennaio 2016» ricorda ancora il giorno – nella quale chiarì il perché si dovevano conferire le maggiori funzioni alla Città Metropolitana e quale sarebbe stato il risparmio in soldoni per la Regione.

«La cosa è chiara – ripete Minicuci – bisogna che qualcuno si svegli». D’altra parte, l’esperienza in casa d’altri insegna che quando sono state attribuite le funzioni nelle altre Regioni, dall’approvazione della legge all’attuazione ci sono voluti dagli otto ai dieci mesi. «Io credo che in Calabria serviranno almeno dodici mesi, per essere ottimisti»

Una mozione per la “causa”

Al di là dei risparmi, Reggio Calabria rimane l’unica Città Metropolitana a non aver ancora attribuite le funzioni nonostante una legge dello Stato lo preveda. «Per la verità la Regione – ricorda Minicuci - ha fatto anche una legge in cui riconosce quest’obbligo, ma dicendo che l’avrebbe fatto in un secondo momento». Un momento che fino ad oggi non è ancora arrivato.

«Questo è un modo di fare che solamente noi calabresi possiamo portare avanti. Ora, il governatore in campagna elettorale ha detto che avrebbe provveduto, boh. Abbiamo una vice presidente che ha la delega anche per la Città Metropolitana, vedremo cosa farà. Io intanto oggi presenterò una mozione affinché nella prossima seduta di Consiglio Metropolitano si crei un gruppo di lavoro che si interfacci con la Regione anche per le somme arretrate che ci deve dare – da quaranta a cinquanta milioni di euro - e che ci aveva indebitamente tolto. Poi Città Metropolitana è stata ferma, ma soprattutto occorre andare in direzione del riconoscimento delle nuove funzioni aggiuntive, con le quali noi possiamo interfacciarci direttamente con l’Europa».

Campanilismi e …

Alla domanda sul perché questo momento atteso non arriva mai, l’ex candidato sindaco di Reggio in quota Lega, non ha dubbi: «Ma guardi, qui c’è un falso problema che è stato alimentato da parte dei consiglieri regionali non reggini. Qui in Calabria abbiamo situazioni sempre strane. Non si vuole che qualcuno vada avanti. La Città Metropolitana per legge è Reggio Calabria, ma deve avere le funzioni che non possono essere quelle che ha un’altra provincia. Ma la Regione dovrebbe dare le funzioni non solo a noi, ma anche alle altre Province, perché il principio di sussidiarietà ci dice che si devono dare le funzioni all’ente più vicino al cittadino e man mano salire. Quindi per alcune funzioni non c’è giustificazione che le tenga la Regione, che avrebbe consistenti risparmi».

Minicuci respinge anche l’idea di chi pensa che la Città Metropolitana non sia nelle condizioni di riceverle queste “funzioni”.
«Stiamo portando avanti già quelle della formazione professionale, delle politiche per il lavoro e del turismo… C’è invece differenza tra delega di funzione e attribuzione di funzione. Con la delega significa che il titolare della competenza è la Regione e quindi detta i propri indirizzi e in qualsiasi momento può decidere di ritirare quella delega. L’attribuzione delle funzioni significa che quelle funzioni sono mie ed io mi devo attivare per svolgerle al meglio andando anche a trovare finanziamenti europei».

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