ROMA - Temporeggiare per non regalare nulla agli avversari. Attendere le primarie del centrosinistra prima di svelare le carte. In quanto a strategia Silvio Berlusconi non deve imparare nulla da nessuno. Il cavaliere studierà ogni dettaglio prima di indicare il candidato del centrodestra per palazzo Alemanni. Ieri l'ex presidente del Consiglio ha incontrato a Roma i coordinatori regionali. Tra gli altri, c'era Jole Santelli.

Le alleanze. Prima che di candidati si è discusso, però, di alleanze con Ncd, Udc e Fdi. Alla punta estrema dello stivale non dovrebbero esservi difficoltà a ripresentare la "Grosse Koalition" che sbaragliò il campo avversario cinque anni addietro. L'unica incertezza è legata alla diversificazione delle liste. Udc ed Ncd con i Popolari di Mauro sono a lavoro per arrivare a costituire un partito unico. Non si esclude, in questo caso, che Scopelliti presenti una propria lista a sostegno del candidato presidente, nella quale potrebbero confluire diversi degli attuali assessori regionali: Salerno, Stasi, Fedele, lo stesso Demetrio Arena. 

Il candidato. Sul nome del candidato, invece, c'è grande prudenza. Wanda Ferro rimane in pole position. Ma non si escludono le piste che portano a Giacomo Mancini, nel caso in cui Oliverio vinca le primarie del centrosinistra servirà una candidatura cosentina forte per constrastare lo strapotere del presidente della provincia bruzia nel territorio più ampio della regione e a Giuseppe Raffa, voluto da Nino Foti e dagli anti-scopellitiani sul fronte opposto, quello dello stretto. La bagarre potrebbe indurre Berlusconi ad optare per un'altra soluzione. L'asso nella manica potrebbe essere Pino Galati, ritenuto un candidato di superamento. In alternativa si punterebbe a una personalità di spicco al di fuori dei partiti.