In Fi scatta il “si salvi chi può”: effetto Occhiuto e sondaggi in picchiata

Le tensioni dentro la coalizione di centrodestra e le forzature del coordinamento regionale sulla candidatura del sindaco di Cosenza generano panico. Fa rumore l'addio al partito del consigliere comunale reggino Pino D'Ascoli: «Santelli ci ha condannato all'estinzione, me ne vado»

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di Riccardo Tripepi
15 ottobre 2019
09:20

Di forzatura in forzatura Mario Occhiuto rischia di sfasciare sia la coalizione che il suo stesso partito. La presa di posizione della Lega di Matteo Salvini sulla sua candidatura a governatore è stata netta e ha provocato la dura risposta di Roberto Occhiuto che ha paventato la possibilità che la corsa del sindaco di Cosenza vada avanti anche senza gli alleati a sostegno.

Parole che hanno seminato il panico fra gli astanti. Il primo segnale di smottamento è avvenuto a Reggio dove Francesco Cannizzaro comincia a soffrire di solitudine. Al lungo elenco dei consiglieri azzurri che hanno abbandonato il partito negli ultimi anni trasferendosi al Misto o Fratelli d’Italia si è aggiunto anche Pino D’Ascoli, consigliere di Fi da 15 anni, che ha sbattuto la porta dicendo di non voler più essere parte di quello che considera diventato soltanto un club di famiglia.
«Rimango basito di fronte all’assurdo atteggiamento della Santelli (coordinatrice regionale di Fi, ndr) e degli Occhiuto - ha affermato D'Ascoli - che dopo aver ridotto gli spazi di confronto con l’allontanamento di militanti e sostenitori ed epurazioni di eletti e dirigenti scomodi hanno intrapreso, con un’insensata ostinazione, una strada alla quale credevano solamente loro. Con la loro gestione esclusiva ed escludente hanno portato il Partito quasi all’estinzione, ma si sono permessi di sostenere la candidatura di Mario Occhiuto a Presidente della Regione Calabria parlando per conto di tutti senza coinvolgere nessuno».


 

Ma altri e ancora più pericolosi scossoni si potrebbero registrare a Catanzaro dove il sindaco Sergio Abramo continua ad essere in standby. Non ha firmato il documento del coordinamento regionale a sostegno di Mario Occhiuto e sa di potere essere il vero piano b se la Calabria dovesse davvero andare a Forza Italia alla fina della complessa trattativa. Ovviamente non seguirebbe Occhiuto e Santelli in una corsa solitaria né dentro né fuori dal partito, considerandola perdente in entrambi i casi. Ragionamenti che più volte il primo cittadino ha fatto anche con il consigliere regionale Mimmo Tallini che rimane tra i primi sostenitori della corsa di Occhiuto, ma che ha cominciato ad ascoltare quello che succede intorno a lui.

Questo scenario si completa in maniera assai complicata per i piani del coordinamento calabrese di Forza Italia inserendo i sondaggi ultimi di tutti i principali istituti di rilevazione che danno gli azzurri sotto la soglia del 5% e ben distaccati dal partito di Giorgia Meloni, diventato il secondo azionista della coalizione di centrodestra.

Situazione che ha dimostrazione plastica anche in relazione all’organizzazione della manifestazione di piazza San Giovanni a Roma del prossimo 19 ottobre, dove Salvini ha chiamato a raccolta il centrodestra per dare un avviso di sfratto al governo giallo rosso di Giuseppe Conte. Silvio Berlusconi che sa di essere in netta minoranza e di poter trovare fischi ad accoglierlo ha traccheggiato fino all’ultimo prima di annunciare la propria partecipazione, descrivendo bene la marginalità di un partito che appare ormai nel caos più totale.

Ipotizzare una fuga in solitaria contro alleati così forti e con una diaspora interna senza fine, dunque, non convince i più, compresi anche molti dei componenti dei Comitati fin qui costituiti per sostenere la corsa di Occhiuto verso le prossime regionali. Tutti aspettano il via libera della coalizione al nome indicato dal coordinamento, altrimenti potrebbe essere un clamoroso rompete le righe.

Riccardo Tripepi

Giornalista
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