In vista dell’arrivo giovedì in Calabria del leader Carlo Calenda (che sarà intervistato da Antonella Grippo) il presidente del partito ne traccia lo stato di salute e manda dei segnali agli alleati attuali: «Chiediamo parità di trattamento»
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Un partito giovane, ma con idee chiare e una struttura ormai capillare. In vista della visita del segretario nazionale Carlo Calenda, il presidente regionale di Azione, Giuseppe Graziano, traccia un bilancio dei risultati raggiunti e delinea gli scenari futuri per il suo partito.
Presidente Graziano, negli ultimi mesi Azione ha avviato un importante lavoro di riorganizzazione sul territorio calabrese. Può raccontarci quali sono stati i passi principali compiuti sul piano politico-organizzativo e quali risultati concreti sono stati raggiunti?
«Negli ultimi due anni Azione ha avviato un processo di riorganizzazione profonda in tutta la Calabria. Siamo oggi presenti con segreterie cittadine nei principali centri urbani, ma anche in molti piccoli comuni. Il partito si è strutturato con segretari in tutte le province, anche se in alcuni territori – come Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia – è stato necessario nominare dei commissari per questioni squisitamente tecniche. Il merito di questa crescita va, indubbiamente, anche al lavoro del segretario regionale Francesco De Nisi. Siamo riusciti a partecipare attivamente alle elezioni provinciali a Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia, ottenendo risultati significativi, attorno al 10% nelle elezioni di secondo livello. Nei grandi comuni come Lamezia Terme, Corigliano-Rossano e Vibo Valentia ci siamo attestati intorno al 6%. Insomma, risultati notevoli per un partito giovane come il nostro».
Avete anche una nutrita rappresentanza istituzionale…
«In Consiglio regionale Azione è protagonista con due consiglieri. Abbiamo promosso leggi importanti, come quella per l’istituzione dell’Agenzia Regionale per l’Energia, e sostenuto battaglie come quella contro la chiusura della centrale del Mercure, in cui la Corte Costituzionale ci ha dato ragione. A livello amministrativo, vantiamo una rete capillare: sindaci, assessori, vicesindaci e consiglieri comunali in molte realtà, tra cui Cetraro – dove è stato eletto sindaco Giuseppe Aieta – Paola, Rende e Lamezia. È una crescita che consideriamo straordinaria: probabilmente il tasso di crescita più elevato tra tutti i partiti calabresi. Anche se – le dico la verità – la cosa di cui oggi andiamo più fieri ed orgogliosi, ed è un sentimento che condividiamo anche con il Segretario Calenda, è che abbiamo costruito una forte base radicata con una classe dirigenziale di partito importante, che vanta credibilità e serietà».
In vista della visita del segretario nazionale Carlo Calenda qual è oggi lo stato di salute del partito in Calabria e quali sono gli obiettivi che vi siete posti per consolidare la presenza di Azione nella regione?
«Giovedì inaugureremo la sede regionale del partito a Lamezia Terme, alla presenza del segretario Calenda, che sarà poi ospite anche a Cetraro in un talk pubblico che sarà condotto dall’amica e giornalista di LaC Antonella Grippo, una delle voci più libere e anche dissacranti – se vogliamo – del panorama giornalistico italiano. È un passaggio simbolico ma anche operativo, perché ci stiamo preparando a una nuova fase. A breve avvieremo il percorso congressuale: in autunno si terranno i congressi provinciali e quello regionale. Abbiamo anche una campagna di tesseramento molto partecipata: la Calabria, negli ultimi anni, è stata tra le regioni con il maggior numero di iscritti ad Azione, superando le 25.000 adesioni. Nel 2025 puntiamo a un nuovo record. L’obiettivo è ambizioso: arrivare alle prossime elezioni regionali con una lista forte, capace di eleggere almeno 4-5 consiglieri. I segnali sono positivi: tanti sindaci hanno chiesto di candidarsi con noi e stiamo costruendo liste solide e competitive».
E a proposito di Regione e elezioni regionali. Azione in Consiglio regionale è oggi parte integrante del centrodestra, ma in alcune realtà locali – come Lamezia Terme, ad esempio – ha scelto alleanze con il centrosinistra o con aree civiche centriste. Insomma, con tutti tranne che con il centrodestra. Questa flessibilità territoriale come si concilia con una visione politica coerente?
«Io e De Nisi non siamo stati eletti in Azione, ma in altre formazioni centriste. Quando abbiamo aderito ad Azione, per coerenza abbiamo mantenuto l’impegno di mandato con il programma della coalizione di centrodestra che ci aveva eletti. In Consiglio regionale siamo stati e continuiamo ad essere alleati leali. Diversa la situazione nei comuni. A Rende, Paola, Cetraro e Lamezia Terme abbiamo fatto scelte diverse, sostenendo i progetti e i candidati migliori, spesso in aree civiche o moderate. È anche vero che in diversi casi il centrodestra non ci ha coinvolti nei tavoli decisionali: a volte siamo stati contattati solo a pochi giorni dalla presentazione delle liste. È chiaro che, a quel punto, avevamo già scelto un percorso autonomo. Questo ci porta a dire che il centrodestra deve anche interrogarsi su come considera Azione: un alleato leale, sì, ma che chiede pari dignità e considerazione. E questo, finora, non è sempre avvenuto».
Guardando al 2026 e alle prossime elezioni regionali, allora, può anticiparci quale sarà l’orientamento di Azione Calabria? Intendete mantenere l’attuale collocazione nella Maggioranza di centrodestra o valutate un percorso alternativo?
«Oggi la situazione è ancora fluida. Il presidente Occhiuto ha dichiarato di volersi ricandidare, ma non abbiamo ancora avuto con lui un confronto ufficiale. Parallelamente, abbiamo ricevuto segnali anche dal centrosinistra. Azione è un partito di centro, moderato, liberale e riformista. Le nostre scelte dipenderanno dai programmi e dalle persone che li rappresenteranno. Riconosciamo a Occhiuto alcuni meriti, ma ci sono settori, ambiti e questioni – dalla Sanità all’attualissima prevenzione degli incendi per finire alla gestione del territorio – su cui riteniamo ci siano gravi carenze. La nostra opposizione su temi come la centrale del Mercure lo dimostra: siamo concreti e coerenti. Stiamo dialogando con altre forze centriste e riformiste per costruire, eventualmente, un progetto comune per il 2026. Potrebbe anche nascere una lista unitaria di centro. Se non sarà possibile, Azione è perfettamente in grado di competere da sola in tutti e tre i collegi regionali».
Quanto peserà la linea politica nazionale – e dunque le indicazioni di Carlo Calenda – nella definizione delle future alleanze e candidature in Calabria? Ci sarà un equilibrio tra autonomia territoriale e coerenza con la strategia nazionale?
«La linea di Calenda è sempre stata chiara: massima autonomia ai territori, purché ci sia coerenza e confronto. Ogni alleanza, specie a livello regionale, viene valutata insieme alla segreteria nazionale, sia con Calenda che con il vicesegretario Ettore Rosato, che segue in particolare gli enti locali. La nostra autonomia resta, ma viene esercitata con responsabilità e condivisione. Il loro contributo, anche per esperienza, sarà fondamentale per fare scelte efficaci. L’obiettivo è costruire un progetto credibile con forze che condividano i nostri valori liberali e riformisti. Oggi Azione è il baricentro dell’area moderata in Calabria. Questo ci permette di dialogare con tutti, ma anche di essere pronti a guidare un’alleanza centrista se dovesse maturare questa possibilità».