Regionali, il Pd contro la candidatura De Magistris: «Un'offesa alla libertà dei calabresi»

Cinque esponenti calabresi del partito scrivono a Zingaretti per esprimere contrarietà sull’eventuale discesa in campo del sindaco di Napoli a presidente della Regione Calabria

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di Redazione
3 gennaio 2021
13:09

L’eventuale candidatura di Luigi De Magistris alla presidenza della Regione Calabria per il centrosinistra fa insorgere alcuni esponenti del Partito Democratico calabrese che hanno scritto una lettera aperta al segretario del Pd Nicola Zingaretti per esprimere la loro contrarietà. Si tratta di Mario Galea, già presidente della federazione del  Pd di Crotone, del dirigente provinciale della federazione Pd di Catanzaro Ernesto Palma, dei consiglieri comunali Pd di Monterosso, Montalto Uffugo e Cardeto, Massimiliano La Serra, Rocco Raimondo e Saverio Russo.

Un’offesa all’autonomia dei calabresi

«Circola voce in Calabria – scrivono gli esponenti del Pd - che uno dei candidati alla Presidenza della regione potrebbe essere Luigi de Magistris, l’attuale sindaco di Napoli. Vogliamo dirti con sincerità che, chiunque sia il suo sponsor – anche se alcuni di noi, che conoscono il personaggio, pensano che lo sponsor potrebbe essere lui stesso - noi non potremmo accettare questa vera e propria offesa alla libertà e all’autonomia dei calabresi. La riduzione definitiva di questo nostro difficile territorio ad una colonia d’oltremare».


«Anche se la memoria – si legge ancora nella lettera - non è più presente come elemento distintivo della condotta delle forze politiche, ricordiamo l’atteggiamento di scherno riservato all’epoca della sua prima elezione al comune di Napoli – nella mitica stagione della bandana - nei confronti del segretario del Pd del tempo, Pierluigi Bersani, tenuto irrisoriamente fuori dall’esecutivo. Condotta che durò dieci anni».

L’errore con Callipo

«Una tale scelta cadrebbe sui calabresi – ricordano i firmatari della missiva - ad appena un anno da quell’altra sciagurata, attuata nella persona di Filippo Callipo. Il quale, dopo essersi candidato nel 2010 contro il centrosinistra, causandone la sconfitta e dopo essersi, cinque anni dopo, impegnato teatralmente a favore della candidata del centrodestra e contro il nostro candidato Mario Oliverio, è stato pregato di candidarsi, ad onta dell’anagrafe, come elemento di novità e di grande rinnovamento, più che dal centrosinistra, dal Pd da te guidato».

«Tutti qui in Calabria ricordano con una certa mestizia la scena del camice bianco da te indossato nella sua azienda, finalizzata ad officiarne in pompa magna la candidatura. Tutti noi del Pd avvertiamo sulla nostra pelle il seguito di questa malinconica storia: le sue improvvise dimissioni dalle cause sconosciute, a qualche mese di distanza dal trionfale ingresso in Consiglio regionale. Gesto incomprensibile che ha lasciato il centrosinistra senza guida e politicamente dissanguato».

Scelta folle

«In chiusura - concludono - ricordiamo che per questa folle scelta nessuno ha pagato, nessuno si è dimesso, nessuno ha fatto un generico mea culpa nei confronti del Pd e dei nostri elettori. Vediamo infatti gli stessi attori calcare impunemente la scena. Un atteggiamento riservato, appunto, alle colonie d’oltremare, che sarebbe difficile accettare di nuovo»

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