Regionali, Mazzuca (Pd): «Perché fare le primarie in un partito inesistente?»

«Basta con un uomo solo al comando. Abbiamo bisogno di una nuova fase politica e di un nuovo progetto politico di governo della Regione»

18 agosto 2019
16:30

*Giuseppe Mazzuca

 


Ha davvero senso fare le primarie in un Partito che in Calabria non esiste? Chi ha governato la Regione per cinque anni oggi viene bocciato dai calabresi.

Non c’è stato alcun golpe o abuso da parte della segreteria nazionale del Partito democratico ma se è stata presa questa decisione è proprio perché, dopo mesi di analisi, osservazioni e confronti sulla Calabria, da Roma si sono resi conto che si è creata una vera e propria frattura tra l’esperienza di governo regionale e i calabresi e che l’89 per cento vuole voltare pagina.

 

Il Pd va cambiato radicalmente, è tempo che si prenda atto di quello che è accaduto in questi ultimi anni, anche perché il voto delle ultime elezioni politiche in Calabria e nel Mezzogiorno ha dato un segnale molto chiaro: è stata cancellata una intera classe dirigente che ha governato le regioni del Sud.  

E ora bisogna dimostrare che il Pd vuole cambiare e costruire un’alleanza inclusiva. Penso sia necessario oggi fare un passo indietro per aprire una nuova fase. Dobbiamo dare una chiara indicazione: non ci sono rendite di posizione per nessuno e anche questo ha impedito al Partito di nascere in Calabria.

Il Partito democratico in Calabria non esiste e, senza prenderci in giro tra di noi, dobbiamo dire con chiarezza che il Partito è stato gestito in questi anni dal decimo piano della Cittadella e il governatore Oliverio – uomo solo al comando – non solo si è impossessato della Regione ma anche del Pd. Ecco perché oggi chi ha incarichi di partito ha ruoli anche nelle segreterie degli assessori.

 

Ora anche in Calabria dobbiamo smetterla con un uomo solo al comando. Abbiamo bisogno di una nuova fase politica e di un nuovo progetto politico di governo della Regione che ci permetta di uscire dall'isolamento e da una esperienza regionale che alla prova dei fatti non ha operato con discontinuità rispetto al passato. Ecco perché oggi ci troviamo con un Partito debole, commissariato dove il gruppo dirigente del Pd calabrese ha deciso di farsi auto commissariare da Roma. In queste condizioni le Primarie sarebbero solo una scorribanda di tanti soggetti estranei al Pd che lo vogliono subalterno ai poteri forti della Calabria.

 

*membro Assemblea Nazionale del Pd

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