Regionali, l'affondo di Nicolò: «Fdi ha il suo nome ma serve un candidato condiviso»

VIDEO | Il consigliere regionale rimanda ogni decisione a dopo le elezioni europee. Sia per la scelta del candidato sindaco di Reggio che per quella del candidato governatore. Nel frattempo si gode i nuovi ingressi in riva allo Stretto 

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di Riccardo Tripepi
12 aprile 2019
19:16
Alessandro Nicolò
Alessandro Nicolò

E’ tempo di campagna acquisti per Fratelli d’Italia che a Reggio Calabria vede crescere i suoi numeri in maniera considerevole. Un processo iniziato da lungo tempo e che è stato ulteriormente rafforzato dal lavoro del consigliere Alessandro Nicolò dopo la sua nomina a commissario provinciale. Dopo il recente passaggio a Fdi del già assessore comunale Franco Germanò che lascia il Movimento dei sovranisti ormai pronto a spappolarsi, e del già presidente della I circoscrizione Giuseppe Altobruno, anche l’ex presidente della XII circoscrizione Giuseppe Caridi ha aderito al partito di Giorgia Meloni.

«L’arrivo di personalità di lunga esperienza politica e che hanno ricoperto importanti cariche istituzionali è un segnale importante – dice Alessandro Nicolò – che dimostra la qualità del percorso politico avviato da Fdi sul territorio. Un percorso che guarda alla tutela dei diritti delle fasce più deboli della popolazione e punta a recuperare il primato della politica. Serve la credibilità degli uomini se vogliamo arginare il fenomeno dell’antipolitica».


 

Il lavoro di Fdi in riva allo Stretto è ovviamente volto anche alla prossima campagna elettorale che rinnoverà l’Amministrazione comunale. «Il fallimento del centrosinistra è sotto gli occhi di tutti – ha spiegato Nicolò – non soltanto al Comune, ma anche alla Città Metropolitana che è rimasta una scatola vuota anche per colpa del governatore Mario Oliverio che non ha conferito le deleghe regionali. Una inadempienza molto grave che chiama in causa anche la corposa delegazione reggina della maggioranza che ha sottovalutato questo aspetto».

Non mancano poi le idee per rilanciare l’azione politica e amalgamare al meglio i governi di Comune e Metrocity. «L’idea del consigliere delegato per circoscrizione, magari da riprogrammare nel numero di sette, potrebbe consentire un maggiore rapporto con i territori. Ma si potrebbe immaginare una razionalizzazione che parta dall’eliminazione dei doppioni: la doppia avvocatura, il doppio direttore generale, la doppia polizia. Si risparmierebbe e si otterrebbero migliori risultati».

Ed è per questo che Fdi vuole partecipare in maniera costruttiva al tavolo del centrodestra per l’indicazione del candidato sindaco. «Al tavolo che adesso è sospeso per le elezioni europee abbiamo offerto la nostra disponibilità a offrire un contributo per la candidatura a sindaco n un contesto in cui siamo sicuri che si aprirà un confronto per arrivare a una decisione collegiale».

Per i nomi è presto, ma in città si parla di Massimo Ripepi e dello stesso Nicolò. «Non parliamo di nomi. Parlo per conto del partito e non a tiolo personale. Voglio solo dire che oggi il partito ha le potenzialità per esprimere il candidato».

Analogamente avverrà per le prossime regionali. Le decisioni avverranno dopo le europee, con buona pace di Forza Italia impegnata a organizzare convention pro Occhiuto. All’iniziativa di Lamezia non parteciperanno né la Lega, né Fdi. «Siamo impegnati a Torino» ha detto Nicolò che non è voluto entrare nel merito di quella che reputa un’iniziativa di partito.

«Non abbiamo nessuna preclusione per nessuno, ma le scelte devono essere condivise. Noi auspichiamo che il candidato sia condiviso da tutti in un contesto in cui si discute di programma e si garantisce una coesione del centrodestra che deve vincere per governare. Anche Fdi già da tempo ha fatto una proposta. Abbiamo anche noi un candidato che si chiama Wanda Ferro, già in campo la scorsa volta. In ogni caso il candidato deve essere condiviso e deve guidare la coalizione dal punto di vista istituzionale, quindi deve essere espressione di un partito del centrodestra, ma anche il candidato di tutti per rendere coesa la coalizione. Credo se ne possa parlare dopo le europee».

Riccardo Tripepi

Giornalista
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