Regionali, Oliverio: «Grave se il Pd prendesse ordini da Gratteri»

Così il governatore in merito all'affermazione fatta dalla deputata Enza Bruno Bossio, durante la riunione della direzione provinciale di Cosenza. E sulla sua ricandidatura: «Ora facciamo la nostra “Leopolda”»

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di Riccardo Tripepi
4 novembre 2019
13:37

Attacco frontale di Mario Oliverio al Pd di Zingaretti e Oddati. Proprio nel giorno in cui il governatore riunisce a Lamezia le truppe con le quali affronterà, ormai fuori dal partito, le prossime regionali, chiarisce la propria posizione politica in una intervista al Corriere della Sera.
Dalle mancate primarie alla bufala dei sondaggi che lo vedrebbero perdente, il presidente della giunta va avanti come un treno e sconfessa le posizioni assunte dai vertici nazionali e regionali dei democratici.
Fino ad arrivare, alla domanda specifica del giornalista, al nodo della questione giudiziaria che, più di ogni altra cosa, rappresenta un ostacolo alla sua candidatura. “La deputata del Pd, Enza Bruno Bossio, a lei vicina, e a sua volta indagata, ha detto: Gratteri ha ordinato a Zingaretti di non ricandidare Oliverio”, ha ricordato il cronista del Corsera, chiedendo un’opinione al governatore.
«Beh, in effetti c'è questa voce... che qui circola da un po'... del resto, sarebbe gravissimo se Zingaretti prendesse ordini da una procura, non trova?». Queste le parole del governatore che poi ha chiuso senza mezze misure rispondendo alla domanda sulla possibilità reale di una sua candidatura autonoma.

 


La "Leopolda" del governatore

«Io, tra qualche ora, a Lamezia Terme, riunisco i miei. Una specie di Leopolda calabrese, diciamo così».
Praticamente l'annuncio dell'annuncio della rottura del presidente con il Pd e la conferma che alle prossime regionali correranno due centrosinistra assai diversi tra loro.
Dovesse così essere nei prossimi giorni partirà la conta di coloro che effettivamente saranno disponibili a seguire il presidente nella sua decisione, compresi consiglieri regionali fedelissimi come Michele Mirabello o Giuseppe Giudiceandrea, che hanno chiarito di voler seguire lealmente il governatore, ma non fino alla decisione estrema della rottura.
La nuova presa di posizione, inoltre, non faciliterà l’ultima fase della legislatura regionale con la maggioranza di centrosinistra che da tempo non ha più i numeri e con la legge di bilancio ancora da approvare, anche in considerazione del fatto che la data del voto andrà a slittare al mese di gennaio.

Giornalista
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