Nuovo schiaffo di Graziano a Oliverio, il Pd non andrà al vertice di Lamezia

Cade nel vuoto l'appello di Luigi Incarnato e l'invito al commissario del Partito democratico a prendere parte alla riunione delle forze politiche del centrosinistra calabrese che sostengono la candidatura del governatore che nel frattempo continua ad agitare come una clava la data delle prossime elezioni 

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di Riccardo Tripepi
14 ottobre 2019
11:38
Stefano Graziano e Mario Oliverio
Stefano Graziano e Mario Oliverio

Mario Oliverio e i suoi confermano la linea: nel Pd si va al muro contro muro. Nel pomeriggio gli uomini del presidente e le formazioni politiche che ne sostengono la ricandidatura hanno organizzato un altro vertice.

Con ulteriore appello di Luigi Incarnato che ha definito “autolesionista” la linea scelta dai democrat di procedere all’accordo con i Cinque Stelle. Eppure il gruppo di appartenenza di Incarnato, i socialisti di Riccardo Nencini, hanno offerto il proprio sostegno al premier Conte in accordo con Matteo Renzi.


 

Ma a prescindere dalle tante contraddizioni del periodo, l’appello di Incarnato cadrà nuovamente nel vuoto. Il Pd, che pure è stato regolarmente invitato all’incontro di Lamezia, non si presenterà confermando la linea chiarita nelle ultime settimane: il tavolo delle trattative è un altro e Mario Oliverio non sarà ricandidato.

Lo confermano ambienti vicino al commissario regionale Stefano Graziano che considera archiviata la questione e sta lavorando a Roma per blindare anche in Calabria l’accordo con il Movimento Cinque Stelle che, stando ai sondaggi, riaprirebbe la partita delle regionale dappertutto.

 

In Umbria, del resto, vi è la prova più evidente del ragionamento in corso tra Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio. Prima della nascita del governo Conte nella Regione non c’era partita tra centrodestra e centrosinistra con la candidata della Lega Donatella Tesei avanti di quasi venti punti percentuali. Adesso la situazione è radicalmente mutata e tra centrodestra con Lega, Fdi e Fi e fronte giallo-rosso è un testa a testa che si deciderà all’ultimo. E anche una sconfitta di misura, la valutazione dei leader nazionali di dems e M5S, sarebbe valutata come un successo e come un segnale che la direzione imboccata è quella giusta.

 

Dunque il nuovo muro contro muro deciso oggi da Mario Oliverio non può voler dire altro che il governatore e i suoi hanno deciso di proseguire oltre ogni ragionevole evidenza portando lo scontro interno ad un punto di non ritorno. Evidentemente con l’intenzione di proporre la candidatura del presidente uscente anche fuori dal Pd, continuando ad agitare la clava della data delle elezioni regionali come spauracchio per gli altri schieramenti. Lo dimostra l’appello di Franco Corbelli, negli ultimi mesi megafono delle intenzioni di Mario Oliverio, che ha chiesto al presidente di convocare i calabresi alle urne per il prossimo 15 dicembre.

Ma la sensazione è che neanche con quest’accelerazione Oliverio riuscirebbe a cavare un ragno dal buco, in quanto l’accordo romano tra Pd e M5S, verosimilmente sul nome di Pippo Callipo, è ben più avanti di quanto venga fatto trasparire anche per consentire a vari Dalila Nesci e Nicola Morra di curare i propri mal di pancia.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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