«Sono pronto ad accettare una nuova sfida. Non ho alternative, nel senso che sto subendo un’evidente ingiustizia». È un fiume in piena Mimmo Lucano. L’europarlamentare e sindaco di Riace, a margine dell'incontro pubblico a Reggio con il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, teme che la sua esperienza da primo cittadino del borgo dell’accoglienza possa essere interrotta da un eventuale provvedimento di decadenza per effetto della condanna definitiva a 18 mesi per falso ideologico.

Lucano ha confermato contatti telefonici intercorsi nei giorni scorsi tra la Prefettura e il segretario comunale, ma al momento nessun atto ufficiale è giunto in municipio.

«Ci sono politici che per cose più gravi restano al loro posto – è lo sfogo di Lucano - Secondo il mio avvocato nessuno però si è accorto che quella condanna l’ho subita non come sindaco ma come responsabile dell’unità amministrativa per una determina per cui non ho guadagnato nulla. È tutto paradossale, così come il teorema accusatorio. Abbiamo dimostrato come un piccolo comune della Calabria con tutte le sue precarietà non abbia avuto paura delle invasioni, portando invece rispetto nei confronti di persone che scappano dalle guerre e dai drammi dell’umanità. Noi a quelle persone abbiamo restituito dignità, e questo messaggio per molti non può essere tollerato».

Lucano si è detto pronto «ad accettare anche una nuova indagine. Mi hanno tenuto tre anni sotto intercettazione, hanno fatto di tutto su di me, ma alla fine anche chi conduceva le indagini era a disagio. Lo hanno detto anche i giudici della Corte d’Appello: non solo non ho toccato un euro, ma ho compiuto un’azione encomiabile. Tredici anni e due mesi normalmente si danno a chi ha commesso un omicidio. Ora lo posso dire: ho subito una condanna in primo grado al termine di un evidente processo politico».

Per l’europarlamentare «oggi fa paura portare in Europa il modello Riace. E’ normale per il presidente Meloni deportare persone in Albania? I nostri paesi sono belli, molti sono anche con vista mare. I bambini sono felici di poter giocare nei nostri vicoli, si riaprono le scuole. La Calabria ha nel dna il senso dell’accoglienza, a noi – ha concluso – quelle persone non fanno paura».