La carica delle Sardine a Cosenza per l'esordio in Calabria: «In piazza perché stufi»

VIDEO | Antifascisti e contro il razzismo chiedono alla politica di rasserenare i toni e liberare il Paese dalla paura e dall’intolleranza. La minaccia sono gli estremismi innescati, secondo i manifestanti, dalla Lega di Salvini

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di Salvatore Bruno
30 novembre 2019
22:46

La prima delle sardine in Calabria riesce solo fino a un certo punto. All’apice della manifestazione si registra la presenza di circa un migliaio di persone in Piazza Santa Teresa. L’area è effervescente, la musica alta e gli slogan sovrapponibili a quelli che stanno attraversando il Paese. A Cosenza sono giunti da diversi centri, anche da Catanzaro e Reggio Calabria. Il gruppo è variegato, uomini e donne, giovani e anziani con in mano diversi cartelli colorati, ad intonare le note di Bella Ciao e dei brani di Rino Gaetano. La minaccia sono gli estremismi innescati, secondo i manifestanti, dalla Lega di Salvini. Ma il raduno tutto sommato dura poco e la folla si disperde nel giro di una mezz’oretta. Vero è che l’appuntamento è stato organizzato molto in fretta ed utilizzando esclusivamente il tam tam sui social.


Un perimetro di valori condivisi

La sensazione è che si sia ugualmente centrato l’obiettivo di scuotere le coscienze e di alimentare una riflessione critica sull’attuale fase politica ma anche sui venti di intolleranza al limite della costituzionalità, che continuano a spirare forte sul Paese e che per molti mesi hanno lasciato indifferente l'opinione pubblica. Le sardine sono antifasciste e contro il razzismo. Se questo movimento si tradurrà in un orientamento preciso al momento di andare alle urne è presto per dirlo. «Questa piazza è una richiesta di politica – dice Mario Sposato, uno dei rappresentanti delle sardine del capoluogo bruzio – Abbiamo creato un perimetro di valori, chiediamo alle forze che li condividono di stare uniti all’interno di questo perimetro. Vogliamo un Paese sereno, che non abbia paura del diverso, che utilizzi un linguaggio ponderato. Se siamo scesi in piazza è perché siamo stufi». Ecco l’intervista

Giornalista
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