I fatti di Scalea e Cariati cambiano l’assetto del Consiglio provinciale di Cosenza

Sergio Salvati destinato alla decadenza in conseguenza delle dimissioni del sindaco Filomena Greco. Gennaro Licursi verso la sospensione dalla carica

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di Redazione
18 dicembre 2019
11:03

Le dimissioni del sindaco di Cariati Filomena Greco, per la quale peraltro nelle ultime ore, è giunta anche la misura cautelare del divieto di dimora nel comune jonico, nell’ambito di una inchiesta condotta dalla Procura di Castrovillari, unitamente alla sospensione del sindaco di Scalea Gennaro Licursi, anche lui alle prese con problemi giudiziari, sono in procinto di provocare uno smottamento in seno al consiglio provinciale di Cosenza dove siedono, entrambi eletti nella lista Insieme per la Provincia, sia lo steso Licursi, sia il consigliere comunale e vicesindaco di Cariati Sergio Salvati.

I consiglieri che subentrano

Licursi, per effetto dell’arresto cui è sottoposto dallo scorso 12 dicembre, è stato sospeso dalla Prefettura dalla carica di sindaco per cui, di conseguenza, è sospeso anche dalle funzioni di consigliere provinciale.

Salvati invece è in procinto di decadere appena trascorreranno i canonici venti giorni necessari per rendere effettive le dimissioni di Filomena Greco.

Sono dunque pronti a subentrare i primi dei non eletti, Andrea Cuzzocrea, consigliere comunale a Rende, e Marco Ambrogio, esponente del civico consesso di Palazzo dei Bruzi.

Tuttavia, mentre il prossimo scioglimento del consiglio comunale di Cariati determinerà la definitiva decadenza di Salvati, con l’ingresso al suo posto di Cuzzocrea, la sospensione di Licursi potrebbe venire meno qualora i magistrati dovessero revocare la misura cautelare dei domiciliari cui attualmente il sindaco di Scalea è sottoposto.

C’è un precedente analogo che riguarda il sindaco di Fuscaldo Gianfranco Ramundo, reintegrato dopo 11 giorni di detenzione domiciliare.


Il ricorso giudiziario in sospeso

Intanto il 10 gennaio prossimo il Consiglio di Stato dovrà esprimersi sul ricorso presentato proprio da Marco Ambrogio per la mancata attribuzione in suo favore, di un voto erroneamente espresso nello spazio contrassegnato dal simbolo di Provincia democratica e non in quello di Insieme per la provincia, lista nella quale Ambrogio era candidato.

Voto annullato dal presidente di seggio e che, se convalidato dai magistrati amministrativi, consentirebbe allo stesso Ambrogio di scavalcare Cuzzocrea in ragione del maggior numero di preferenze ricevute.

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