Nessuna presa di posizione ufficiale contro il progetto Edison per l’impianto idroelettrico tra Favazzina e Melia. Il sindaco Ciccone chiede tempo e approfondimenti tecnici, mentre opposizione e cittadini esprimono delusione e chiedono un no netto all’opera
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Delusione e amarezza tra i cittadini e le associazioni presenti al consiglio comunale straordinario aperto di Scilla, convocato per discutere del contestato progetto Edison di impianto idroelettrico a pompaggio marino tra Favazzina e Melia, finanziato con fondi PNRR e PNIEC. L’assemblea, promossa dai gruppi di opposizione, avrebbe dovuto approvare una mozione di contrarietà all’intervento, ma la maggioranza guidata dal sindaco Gaetano Ciccone ha preferito rinviare ogni decisione a un ulteriore approfondimento tecnico.
Il primo cittadino ha ribadito che «il progetto non passerà senza un confronto con l’amministrazione», ma ha invitato a non assumere posizioni “a priori”, spiegando che è necessario studiare nel dettaglio gli elaborati presentati da Edison e valutarne gli effettivi impatti ambientali: «Non abbiamo ancora tutti gli elementi per dire un no tecnico. Dobbiamo essere credibili e conoscere bene il progetto prima di esprimerci».
Un atteggiamento che ha suscitato la reazione del pubblico e delle opposizioni, che si attendevano una linea più decisa. Gabriele Polistena, consigliere di Scilla Unita, ha criticato la scelta del Comune di non schierarsi apertamente: «Non diciamo no al progresso, ma vogliamo trasparenza e partecipazione. Il Comune non può restare silente davanti a un’opera che potrebbe modificare per sempre il volto della Costa Viola».
Durante la seduta, numerosi rappresentanti di associazioni e comitati - tra cui WWF, Italia Nostra, Controvento e Scilla Diving Center - hanno ribadito la totale contrarietà all’impianto, giudicato incompatibile con la vocazione turistica e paesaggistica di Scilla. L’assessore Fortunato Ceravolo, invece, ha riconosciuto l’avanzamento tecnologico dell’opera proposta da Edison, ricordando che l’azienda ha risposto alle osservazioni del Ministero dell’Ambiente e che il procedimento di VIA-VAS è ancora in corso.
Il dibattito, acceso e partecipato, ha però portato a un nulla di fatto. La maggioranza guidata dal sindaco Gaetano Ciccone ha scelto di non assumere una posizione definitiva. «Il punto non è dire subito sì o no – ha spiegato Ciccone – ma capire come l’opera verrà realizzata e quale sarà il suo reale impatto. Le idee chiare ancora non le abbiamo, dobbiamo studiare il progetto con attenzione e farci aiutare da tecnici competenti. Secondo gli studi presentati da Edison, l’impatto ambientale sembrerebbe nullo, ma queste argomentazioni vanno verificate in modo critico».
Una posizione prudente che non ha convinto i presenti. I cittadini e i rappresentanti delle associazioni hanno espresso forte disappunto per la mancata approvazione di una mozione di opposizione al progetto, considerato incompatibile con la vocazione turistica e paesaggistica della Costa Viola.
Dal fronte dell’opposizione, il consigliere Gabriele Polistena (Scilla Unita) ha sottolineato che il Comune non può restare spettatore: «Non diciamo no al progresso, ma chiediamo trasparenza e partecipazione. Il decreto legislativo del 2006 prevede il coinvolgimento dei comuni interessati da opere strategiche. Scilla deve avere un ruolo attivo, non può tacere di fronte a un progetto che solleva serie preoccupazioni ambientali e sociali».
Polistena ha ricordato anche la mancanza di garanzie sui benefici per il territorio, come eventuali ricadute occupazionali o misure compensative, e la necessità di un confronto pubblico più ampio.
Il sindaco, nel suo intervento conclusivo, ha ribadito la disponibilità al dialogo ma anche la volontà di procedere con cautela: «Non possiamo permetterci battaglie pregiudiziali. Se diremo no, dovremo farlo con basi tecniche solide, non solo per convinzione politica. Dobbiamo essere credibili».
Parole che non hanno placato la delusione di chi, in aula, chiedeva un “no” immediato e deciso all’impianto. Per ora, dunque, Scilla non chiude la porta a Edison, ma apre una fase di verifica e confronto. Un rinvio che molti cittadini interpretano come un segnale di incertezza, mentre cresce l’attesa per le prossime mosse dell’amministrazione e delle associazioni ambientaliste.
L’aula, tuttavia, ha manifestato un diffuso malcontento. «Dio ci ha donato un paradiso in terra e vogliono rovinarlo», ha commentato un cittadino, sintetizzando il sentimento comune di un territorio che non vuole l’impianto e si prepara a far sentire la propria voce.
Per ora, Scilla non ha detto “no” a Edison - ma neppure “sì”. E la battaglia per la difesa della Costa Viola entra in una nuova fase di attesa e vigilanza.

