Lo scontro

Scissione di Campora da Amantea, “duello social” tra il consigliere regionale Graziano e il sindaco Pellegrino

Il rappresentante a Palazzo Campanella dell'Udc su Facebook: «Il 22 gennaio si voterà per la nascita di Temesa». La risposta del primo cittadino della città tirrenica: «Prima il Consiglio di Stato, ma i numeri non permettono il referendum»

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di Antonio Clausi
17 dicembre 2022
16:44
Giuseppe Graziano e Vincenzo Pellegrino
Giuseppe Graziano e Vincenzo Pellegrino

La “scissione” di Campora San Giovanni è al centro del dibattito politico sulla costa cosentina. Il semaforo rosso mostrato dal Tar dinanzi al secondo ricorso prodotto dal Comune di Amantea ha generato una serie di reazioni attraverso facebook. In primis quella di Giuseppe Graziano, consigliere regionale in quota Udc, che lo scorso 7 giugno porto al vaglio dell’assise la proposta di referendum. Dopo qualche ora, tuttavia, non si è fatta attendere la risposta del sindaco Vincenzo Pellegrino.

Graziano: «Il referendum si terrà il 22 gennaio»

«Per l'ennesima volta la giustizia si è espressa a favore e a sostegno del processo democratico che porterà i cittadini di Serra d’Aiello e della frazione di Campora San Giovanni ad esprimersi sulla nascita del nuovo comune di Temesa» ha detto il generale Graziano esprimendo soddisfazione per quanto stabilito dai giudici.


«Essi - continua - non hanno riscontrato alcun elemento oggettivo nelle motivazioni del ricorrente Comune di Amantea che potesse bloccare il Referendum consultivo indetto dal presidente della Regione Roberto Occhiuto per il prossimo 22 gennaio. Qualcuno sosteneva che all'interno della proposta di legge istitutiva del nuovo comune, che porta la mia firma, fossero riportati numeri inesatti relativi alla composizione della popolazione camporese. Il Tar ha stabilito che ovviamente non è così. La parola ora passa al popolo. Ed è questa l'unica cosa che conta».

Pellegrino: «L’ultima parola spetta al Consiglio di Stato»

Il primo cittadino di Amantea non ha perso tempo a replicare, anche con una punta di ironia. «Rilevo io - ha precisato - nella sua affermazione una incongruenza circa il mancato rilievo da parte dei giudici del tribunale amministrativo (TAR) nelle motivazioni del ricorrente Comune di Amantea. La correggo! I numeri riportati nella sua proposta di legge non sono inesatti. Sono (intenzionalmente?) sbagliati. Il comune di Amantea conta 13272 abitanti alla data del 30 settembre 2022. Alla stessa data la frazione scissionista di Campora conta 3407 abitanti. Che questi siano i numeri lo testimonia l’Ufficio Anagrafe del Comune di Amantea. Faccia lei i conti, visto che il TAR non ha ritenuto opportuno farli. Penso che sia capace di  fare una semplice sottrazione (13272-3407= 9.865). Questo dato, a suo giudizio, ottempera a quanto statuito dalla normativa vigente che vieta ad un Comune oggetto di scissione di scendere sotto i 10 mila abitanti? E sommando ai 3407 cittadini di Campora, in caso di scissione conclamata, i 451 cittadini di Serra D’Aiello (3407+ 451= 3.858) si ottiene secondo la normativa vigente un Comune con popolazione superiore ai 10 mila abitanti? A riguardo il TAR non ha mosso rilievi. Certo. A riguardo il TAR si è ben guardato di eccepire e/o considerare. Tuttavia, La matematica non è una opinione».

«Non può esserlo neanche sotto la costrizione del potere - ha chiuso Pellegrino -. Quel potere che, con protervia ed arroganza, tenta di piegare ed asservire la logica ed il buon senso. La parola ora non passa al popolo. Non è lei che stabilisce le regole del gioco. La parola ora passa al Consiglio di Stato. Noi confidiamo che… “ci sia un giudice a Berlino”. Un giudice che sappia ripristinare i perimetri della legalità e della democrazia. Non lo chiedo io.  Lo esige una città, lo invoca una intera cittadinanza che, con onestà e compostezza, rifugge da giochi e sotterfugi atti solo ad assicurare privilegi e vantaggi personali a scapito di diritti collettivi.  Una stagione tristemente nota in Calabria e che noi pensavamo.... speravamo di esserci lasciati alle spalle.  Questa è veramente l’unica cosa che conta. Si chiama correttezza istituzionale e senso della democrazia. Spero ne abbia contezza.  Nell’interesse di una intera Regione della quale, lei, è chiamato a prendersi cura».

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