Si tenta l’accurduni Pd-Fi per consegnare la presidenza Anci alla sindaca di Vibo

Continuano a dominare la scena le decisioni scaturite dai capannelli trasversali a Montecitorio o nei salotti bipartisan organizzati da Nunzia De Girolamo e dalla senatrice Renzulli, magari per facilitare gli inciuci dei democrat alla Boccia o del senatore forzista Mangialavori. Ma il sindaco di Rende Marcello Manna rompe le uova nel paniere

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di Pa. Mo.
14 luglio 2021
15:29
A sinistra Marcello Manna, a destra Maria Limardo
A sinistra Marcello Manna, a destra Maria Limardo

L’assemblea di Anci Calabria è stata convocata in sordina, eppure all’ordine del giorno dell’assemblea c’è la elezione del presidente dell’organo di rappresentanza dei sindaci calabresi. La poltrona è vacante, dopo la decadenza dell’ex sindaco di Pizzo Gianluca Callipo. In apertura dell’assemblea, tuttavia, si comprende subito il motivo per il quale qualcuno vuole che tutto passi in sordina.

Franco Candia, consigliere comunale di Stignano e reggente in qualità di vice presidente vicario durante tutti questi mesi, informa l’assemblea di aver ricevuto sollecitazioni da parte dei responsabili nazionali del Partito democratico e di Forza Italia di rinviare i lavori. Questa sollecitazione congiunta, conferma le indiscrezioni di un inciucione tra i democrat e gli azzurri che dovrebbe portare alla presidenza dell’associazione nazionale dei comuni della Calabria, un sindaco targato Forza Italia.


Nei giorni scorsi, a perorare la causa di questo accordo trasversale, pare sia intervenuto il presidente nazionale dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro. La giustificazione di una tale strategia, viene ricondotta ad una sorta di lottizzazione nazionale riguardo le ripartizioni regionali delle presidenze del sindacato dei Comuni.
Tuttavia, fonti bene informate assicurano che, al di là della giustificazione ufficiale, la strategia sia piuttosto figlia della stagione politica sugli enti locali del partito del Nazareno, guidata da Francesco Boccia, attuale responsabile nazionale degli enti locali targati Pd.

Gran parte dei sindaci democrat però, è completamente all’oscuro dell’operazione politica in corso. E, d’altronde, il metodo è perfettamente in linea con quanto sta succedendo relativamente alla indicazione del candidato presidente alla Regione per il centrosinistra. La cosa più grave dell’”accurduni” trasversale tra piddioti e berlusconiani, è il nome sul quale avrebbero trovato la quadra: la sindaca di Vibo Valentia, Maria Limardo.   

Un accordo che non solo evidenzia il malcostume del trasversalismo, quanto il fatto, che Maria Limardo è alla guida del comune di Vibo Valentia, il quale rappresenta quanto di più negativo nella gestione della cosa pubblica. Il Comune è alle prese con il probabile secondo dissesto e la Corte dei Conti sta monitorando una situazione che potrebbe diventare esplosiva da un momento all’altro. A ciò si aggiunga la disastrosa gestione della questione rifiuti alla quale la giunta Limardo non ha saputo dare risposte. Inoltre, il consiglio comunale vibonese è al centro di diverse verifiche anche di tipo giudiziario. È eticamente plausibile che alla testa dell’associazione che rappresenta le amministrazioni comunali calabresi, sia eletta la rappresentante di una delle peggiori esperienze amministrative della Regione?  Un tale accordo trasversale, dunque, rappresenta quanto di più negativo possa esprimere la politica in questa terra.   

La domanda è: come è possibile che un sindaco Giuseppe Falcomatà, Ernesto Alecci e tanti altri eccellenti amministratori anche di centrodestra, possano piegarsi agli inciuci e alle logiche, decisi nei centri di potere piccoli o grandi romani? Ancora una volta, a farla da padrone sui calabresi, sono le decisioni scaturite dai capannelli trasversali intorno ai divani del transatlantico di Montecitorio o peggio in quelli dei salotti bipartisan organizzati da Nunzia De Girolamo, piuttosto che, dalla senatrice Licia Renzulli, magari per facilitare gli accordi trasversali dei democrat alla Boccia o del senatore forzista Mangialavori.

A rompere le uova nel paniere dell’accordo trasversale, pare sia intervenuto il primo cittadino di Rende, Marcello Manna, il quale ha manifestato la volontà di candidarsi a presidente, proprio in spregio ad ogni accurduni partitico romano, e a cui potrebbe contrapporsi, il sindaco di Marcellinara Vittorio Scerbo.  A chiedere il rinvio dell’assemblea, invece, è intervenuta proprio la sindaca di Vibo Valentia Maria Limardo, ciò, a conferma dell’accordo che potrebbe portarla alla presidenza dell’assemblea secondo i desiderata delle dirigenze nazionali di pd e Forza Italia. La battaglia dunque è in corso e potrebbe riservare delle sorprese.

Pa.Mo.

Giornalista
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