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ROMA - La partita si sta giocando a Roma. E le voci di un colpo di scena finale continuano a rincorrersi. Saranno semplici rumors o chissà. Di sicuro, il destino di Udc e Nuovo Centro Destra in vista delle regionali rimane un mistero. E mentre dalla punta dello stivale c'è chi invita il partito di Alfano di legare nuovamente il proprio destino a quello di Forza Italia, qualcun altro naviga in direzione decisamente contraria.
Intanto però bisogna distinguere la situazione dei due partiti. Che ancora tali vanno considerati. Lo scudocrociato di Cesa non ha alcuna difficoltà ad abbracciare sul piano nazionale la causa renziana. L'Ncd invece, pur al governo con il premier, rimane agganciato sui territori a un percorso di centrodestra.
In Calabria, il problema nasce dalla chiusura netta proprio della corrente del premier a chiunque abbia amministrato con Scopelliti. Ma alla fine riferiscono i soliti ben informati una soluzione si troverà. Con l'aiuto dei consueti mediatori. Su tutti Lorenzo Guerini. Già sperimentato sul campo. Il nodo si potrebbe sciogliere, magari inserendo i candidati di Cesa e soci in formazioni civiche. Ipotesi che attendono ovviamente conferma.
Per non perdere altro tempo prezioso, Udc ed Ncd stanno nel frattempo allestendo una propria flotta, che non sarà la trireme ateniese, ma rimarrebbe indipendente dalla destra e dalla sinistra creando non pochi problemi ad entrambi i poli. Nascerebbe così polo dei moderati, che alla luce della presenza dei grillini, si configurerebbe come quarta e non più terza forza, sognata da qualcuno fino all'altro ieri.
Ma pare sia tutta una manovra di facciata. Nella giornata odierna, infatti, potrebbe arrivare la svolta. Al momento, d'altronde, è il veto posto dalla lega in Emilia complica terribilmente la situazione degli alfaniani. E a costituire il motivo principale dello stallo nel centrodestra. Uno stop alle trattative dettato dal fallimento del tavolo nazionale chiesto da Quagliariello.