Vaccino anti-Covid, scarsa adesione tra i più giovani: si teme l'effetto emigrazione

I risultati reggono solo perché trascinati dalle seconde somministrazioni. La fascia d'età più refrattaria si è dimostrata quella tra i 12 e i 39 anni. Si ipotizza che studenti e professionisti che operano fuori sede si siano vaccinati fuori regione

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di Luana  Costa
7 luglio 2021
19:00

Alla Cittadella si scartabellano dati per avere ragione del brusco calo di adesioni alla campagna vaccinale. Della netta differenza di percentuali si era già avuto contezza all'indomani dell'apertura all'immunizzazione a tutte le fasce d'età; un crollo verticale quanto inaspettato soprattutto tra le categorie più giovani da cui ci si attendeva una differente risposta, certamente più reattiva. E, invece, già dal primo giorno la fetta di popolazione dai 12 ai 49 anni d'età si è dimostrata refrattaria all'immunizzazione di massa. 

Il rebus vaccini

E alla Regione in questi giorni si tenta di risolvere il rebus che sta fiaccando la campagna vaccinale, ormai retta quasi unicamente dalle seconde dosi che si trascinano dietro un dato decisamente più edulcorato rispetto alla cruda realtà dei numeri. A solo titolo d'esempio, sono circa 14mila ogni giorno le disponibilità in agenda ma solo per le prime dosi si registrano circa 3mila prenotazioni. Tutt'altra storia se si guarda indietro, ad appena qualche mese fa, quando le prenotazioni per prime dosi superavano 12mila richieste al giorno, toccando punte di oltre 20mila vaccinazioni quotidiane aggregando anche i dati dei richiami.


Il tracollo tra i giovani

Allo stato attuale si viaggia su un risultato, complessivo, di oltre 12mila vaccinazioni al giorno ma trascinato appunto quasi interamente dalle seconde dosi. A preoccupare particolarmente è la bassa adesione registrata tra gli under 40. E in effetti a guardar in dettaglio la brusca calata principia al via libera accordato a queste fasce d'età. Se però il dato sugli over 40 (40/49) tiene seppur con non poche difficoltà, il tracollo si registra sulla fascia tra i 12 e i 39 anni. Nel primo caso il numero delle prime dosi somministrate si attesta al 65%, nel secondo caso ad appena il 45%.

Effetto emigrazione?

Così alla Regione si scartabellano dati: incrociando il numero delle persone che potrebbero aver effettuato la vaccinazione in mobilità si spera di poter dar risposta all'arcano. Il ragionamento che si fa in Cittadella è che, soprattutto, nella fascia d'età compresa tra i 20 e i 40 anni risiede la popolazione maggiormente attiva: studenti universitari o professionisti che operano fuori sede, i quali pur mantenendo in Calabria la residenza - e quindi figurando nell'anagrafe regionale - vivono in realtà in altre regioni e qui potrebbero aver effettuato la vaccinazione o non averla ancora eseguita. Nella prossima settimana si dovrebbe avere un dato più certo sulle somministrazioni effettuate fuori dai confini calabresi e si potrà quindi tirare le somme anche sull'andamento complessivo della campagna vaccinale.

Giornalista
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