Il bando

Cosenza, il reclutamento di personale di pronto soccorso rischia di lasciare le ambulanze senza medici

L'Azienda ospedaliera estende la partecipazione anche al personale privo di specializzazione in chirurgia di accettazione ed urgenza, attraendo i convenzionati del servizio territoriale del 118. Perplessità dell'Anaao-Assomed

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di Salvatore Bruno
17 novembre 2021
21:34
Ambulanze in coda al pronto soccorso di Cosenza
Ambulanze in coda al pronto soccorso di Cosenza

Quando la coperta è corta ognuno cerca di tirarla a sé per accusare meno freddo. Correndo il rischio di lasciare gli altri esposti alle intemperie. Così l’Azienda ospedaliera di Cosenza, alla ricerca disperata di medici da assumere in pronto soccorso all’Annunziata, attraverso un bando dalle maglie particolarmente larghe, ha attratto l’interesse di alcuni medici convenzionati con l’Asp in servizio al 118. Con il rischio di lasciare sguarnite le ambulanze impegnate nei servizi di emergenza.

Sanità Cosenza, ancora zero assunzioni

Sarebbe questo il motivo per cui ancora di immissioni in organico, attraverso l’avviso pubblico urgente indetto l’8 ottobre scorso e reiterato il 2 novembre, non ne sono state effettuate. Il primo bando, secondo quanto si è appreso, sarebbe andato deserto. Il secondo invece, ha registrato l’adesione come detto, di professionisti contrattualizzati dall’Azienda Sanitaria, allettati da un posto di lavoro meno precario, la durata del contratto proposto è di dodici mesi, ma soprattutto dai circa mille euro in più di stipendio garantiti dalla posizione di dirigente medico.


Requisiti meno rigidi

A determinare le adesioni in seconda battuta, sono state le correzioni in termini estensivi adottate per rendere meno rigidi i paletti relativi ai requisiti richiesti, così da consentire la partecipazione pure ai laureati in medicina e chirurgia privi di specializzazione in chirurgia d’accettazione e urgenza ma con esperienza maturata, si legge testualmente «anche con contratti flessibili nell’ambito di Pronto soccorso o nell’area Emergenza e Urgenza». Una scelta dettata dalla necessità di reclutare personale, piuttosto borderline rispetto alla normativa vigente e dagli esiti imprevedibili come, appunto, quello di indurre circa una decina di medici convenzionati con l’Asp a presentare la domanda.

Le perplessità del sindacato

L’anomalia non è sfuggita all’Anaao-Assomed, l’associazione dei medici dirigenti. In una lettera indirizzata nei giorni scorsi al commissario straordinario Isabella Mastrobuono, il vicesegretario regionale Guglielmo Cordasco, ha espresso perplessità rispetto alle modalità del reclutamento avviato dall’Azienda Ospedaliera. Secondo Cordasco, l’accesso alle funzioni di dirigente medico del pronto soccorso richiede il relativo titolo specialistico.

In mancanza si potrebbero avere, si legge nella nota, «conseguenze di tipo medico legale per l’Azienda ospedaliera e per i medici stessi in caso di contenziosi. La problematica del reclutamento di personale e l’organizzazione della Medicina d’Urgenza, il Pronto Soccorso ed il SET 118 è all’attenzione di questo Sindacato che, in un suo documento, ha proposto la continuità dell’assistenza tra il momento del soccorso extraospedaliero e quello delle cure intraospedaliere attraverso l’integrazione funzionale del Servizio di emergenza territoriale del 118 con il Dea, con utilizzo di comuni protocolli assistenziali e di una piattaforma informatica comune».

Dialogo tra commissari

I due commissari, Isabella Mastrobuono e Vincenzo La Regina, hanno avuto una interlocuzione per pianificare le sinergie da attivare per perseguire il medesimo obiettivo di garantire cure tempestive ed adeguate ai cittadini in ogni angolo della provincia. La carenza di personale è una problematica comune anche in altre strutture sanitarie del Paese.

Carenza di medici, criticità nazionale

«Mancano in tutto il Paese quattromila medici e diecimila infermieri – ha spiegato Isabella Mastrobuono. Tendenzialmente nessuno vuole approdare al pronto soccorso perché è stressante e rischioso. Con l'Asp vogliamo unire le forze per capire in che modo si possano impiegare risorse con ruoli diversi da quelli della dirigenza medica, che tuttavia avrebbero le competenze per darci una mano».

Giornalista
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