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Guardie mediche nel Vibonese, l’Asp vorrebbe accorparle ma i sindaci non ci stanno

Pesa la carenza di medici. E mentre i primi cittadini minacciano azioni eclatanti, il management dell'Azienda sanitaria fa un passo indietro e pensa a richiamare in servizio i dottori in pensione (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Francesco Mobilio
12 novembre 2021
11:30
Foto d’archivio
Foto d’archivio

L’idea dei vertici dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia era questa: accorpare più Guardie mediche possibili, anche se temporaneamente. Il motivo? Carenza di personale sanitario e non di risorse finanziarie. Questa la mappa dei “tagli” delle cosiddette postazioni di continuità assistenziale portata ieri pomeriggio in Conferenza dei sindaci dal commissario straordinario dell’Azienda di via Dante Alighieri Maria Bernardi e dal direttore del Distretto sanitario Raffaele Bava: Stefanaconi con Sant’Onofrio, Monterosso con Polia, Mongiana con Fabrizia, Zambrone con Zungri, Joppolo-Caroniti con Spilinga, Brognaturo con Serra San Bruno e la riduzione da due a una unità di guardia medica a Vibo Valentia con un solo medico in servizio, e solo di notte, presso il Poliambulatorio di Moderata Durant.

Il tutto poiché la situazione del personale illustrata da Bava non appare delle migliori: nel Vibonese risultano attive 39 postazioni di Guardia medica a fronte di 127 medici, di cui soltanto 57 titolari e 70 supplenti. Per il management azienda è, dunque, difficile garantire la copertura assistenziale giorno e notte nell’intero territorio provinciale. Ecco allora che spunta dal cilindro della sanità pubblica l’idea di prendere la strada degli accorpamenti.   


La rabbia di sindaci del Vibonese

Proposta, tuttavia, immediatamente bocciata ieri pomeriggio dai primi cittadini del Vibonese che hanno preso parte all’assemblea presieduta dal vicepresidente, Raffaele Scaturchio, sindaco di Dasà, e svoltasi presso la sala consiliare del Comune capoluogo. Animi letteralmente infuocati quelli dei primi cittadini della provincia che si sono dimostrati compatti nel respingere il Piano dell’Asp. «Se qualcuno si permette a togliere la mia Guardia medica sono pronto ad azioni eclatanti», ha minacciato il sindaco di Capistrano Marco Martino, che ha parlato di «ennesimo massacro ai danni dei cittadini». Poi il capo dell’amministrazione di Spadola Cosimo Damiano Piromalli ha fatto presente al commissario Maria Bernardi e al direttore Raffaele Bava che «una popolazione anziana non può fare a meno della Guardia medica» e che «accorparla all’interno dell’ospedale di Serra San Bruno non ha molto senso perché si rischia di intasare il Pronto soccorso».

Il passo indietro dell’Asp

Come finirà adesso? Il commissario Maria Bernardi e il direttore Raffaele Bova ieri hanno dovuto prendere atto della ferma presa di posizione dei sindaci del territorio provinciale di Vibo Valentia, pronti evidentemente ad una vera e propria “rivolta” in caso di futuri accorpamenti, ed hanno pertanto fatto un deciso quanto inevitabile passo indietro. E, pertanto, hanno poi annunciato che si provvederà a mettere in cantiere una strategia diversa, rispetto a quella portata ieri nella sala consiliare di Palazzo Luigi Razza, per fare fronte alla situazione, cominciando magari a richiamare in servizio (per chi fosse disponibile) i medici di Medicina generale ormai in pensione. Questo al fine di coprire quelle postazioni di Guardia medica che, una volta rivisto l’intero scenario, rimarranno scoperte. La Conferenza dei sindaci si riunirà, quindi, tra una quindici giorni per discutere nel merito delle nuove proposte che i vertici dell’Asp porteranno in aula.

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