Sicurezza in corsia

Aggressioni al personale sanitario in Calabria: «Manca un monitoraggio sistematico di questi episodi»

VIDEO | Luigi Fasanella, tecnico di vigilanza dell'Asp di Cosenza, solleva l'allarme: «È fondamentale creare un osservatorio regionale»

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di Matteo Lauria
21 aprile 2024
15:45

Nel contesto della sanità, si staglia un'ombra crescente e spesso ignorata: le aggressioni al personale sanitario. Questo fenomeno, che mina non solo la sicurezza degli operatori, ma anche la qualità dell'assistenza ai pazienti, richiede una risposta immediata. Luigi Fasanella, tecnico di vigilanza dell'ASP di Cosenza, solleva l'allarme, chiedendo la creazione di un osservatorio regionale e l'implementazione di misure preventive.   Le aggressioni al personale sanitario rappresentano un fenomeno inquietante e spesso trascurato che richiede un'attenzione urgente e azioni concrete da parte delle istituzioni e delle aziende.

Questo problema non solo minaccia la sicurezza e il benessere dei lavoratori del settore sanitario, ma mette anche a rischio la qualità dell'assistenza fornita e la fiducia nella stessa. Innanzitutto, è importante definire il contesto in cui avvengono queste aggressioni. Il personale sanitario si trova spesso a operare in condizioni stressanti e ad affrontare situazioni delicate, come quelle legate alla salute e al dolore dei pazienti. Purtroppo, queste situazioni possono sfociare in episodi di violenza verbale o fisica da parte dei pazienti stessi o dei loro familiari. Secondo Luigi Fasanella, il problema è ancora più grave di quanto si pensi: «Le aggressioni al personale sanitario sono spesso sottovalutate e non adeguatamente riconosciute. Manca una registrazione sistematica di questi episodi, il che rende difficile valutarne l'entità e adottare misure preventive efficaci». Fasanella aggiunge: «È fondamentale creare un osservatorio regionale per rendicontare tutte le aggressioni al personale sanitario. Solo così possiamo valutare e gestire il rischio in modo adeguato, adottando le necessarie misure di prevenzione e protezione».


In tre anni 5mila infortuni 

L'ultimo rapporto dell'Inail parla di quasi 5000 infortuni in tre anni a livello nazionale, ma si ritiene che il numero reale possa essere molto più alto. Inoltre, in Calabria, manca un osservatorio regionale dedicato a questo fenomeno, il che rende ancora più complicato comprendere appieno la portata del problema e intervenire adeguatamente. Le conseguenze delle aggressioni al personale sanitario sono molteplici e gravi. Oltre ai danni fisici, che possono essere significativi, vi è anche un impatto psicologico notevole. Gli operatori sanitari possono trovarsi a vivere un forte stress emotivo e psicologico a causa di queste aggressioni, con conseguenze negative sulla loro salute mentale e sul loro benessere generale. Inoltre, le aggressioni portano spesso a contenziosi legali che coinvolgono sia l'individuo aggredito che l'azienda sanitaria. Questo aggiunge ulteriore stress e pressione al personale coinvolto, creando un ambiente di lavoro ancora più difficile e instabile. Per affrontare efficacemente questo problema, è necessario un impegno concreto da parte di tutte le parti coinvolte. Le istituzioni devono promuovere politiche e normative che garantiscano la sicurezza del personale sanitario e che puniscano severamente chiunque commetta atti di violenza nei loro confronti. Le aziende sanitarie, d'altra parte, devono adottare misure preventive adeguate, formare il personale per affrontare situazioni di rischio e fornire un sostegno psicologico e legale adeguato a chi è stato vittima di aggressioni. Su questi temi Fasanella, ha lavorato su un libro, di prossima pubblicazione, che contiene tutti gli aspetti salienti. 

 

Giornalista
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