Sanita’ Calabria

Occhiuto striglia il commissario di Azienda Zero: «Profiti ce la farà, in caso contrario va a casa»

Il presidente della Regione replica alle dichiarazioni raccolte da LaC News24 che ha rivelato come il termine del 31 dicembre entro il quale si dovrebbe quantificare il debito del settore sanitario non sia più così sicuro: «A fine anno le cifre avranno una sufficiente dose di certezza» (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Enrico De Girolamo
12 novembre 2022
20:23
Roberto Occhiuto e Giuseppe Profiti
Roberto Occhiuto e Giuseppe Profiti

«Sono certo che Profiti riuscirà a raggiungere l’obiettivo, in caso contrario ne trarrò le normali conseguenze». In altre parole, testa bassa e pedalare, altrimenti a casa. L’articolo di LaC News24 alza la tensione tra il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, e il commissario di Azienda Zero, Profiti appunto, che viene bacchettato dal governatore.

Il motivo? Profiti si è limitato a confermare alla nostra Luana Costa che quantificare con precisione il debito della sanità calabrese (passaggio cruciale per sistemare le cose) non è così semplice come magari si vuol far credere. Su oltre 13mila fornitori invitati a presentare le fatture di quanto dovuto dalla Cittadella, hanno risposto per ora solo in 400. Non è colpa di Profiti, né di Occhiuto, ma così è. Il disastro della Sanità calabrese viene da lontano e addossare tutte le responsabilità agli ultimi arrivati sarebbe ingeneroso.


Sentito da LaC News24, Profiti ha ammesso che il termine del 31 dicembre, fissato dal governatore per quantificare in maniera certa il debito, non è più molto plausibile e ha spostato l’asticella a maggio 2023. Dichiarazioni che non sono piaciute a Occhiuto, che a stretto giro ha replicato: «Ha ragione Giuseppe Profiti, formalmente la quantificazione del debito del sistema sanitario di una Regione avviene con la chiusura dei bilanci delle aziende sanitarie, e dunque in primavera. Ma al 31 dicembre 2022 sapremo, con una sufficiente dose di certezza, a quanto ammonta il debito della sanità calabrese, perché tutti i fornitori avranno risposto alle nostre sollecitazioni, e i gruppi di lavoro messi in piedi con la Guardia di Finanza avranno valutato i titoli di credito».

Calma e gesso. Occhiuto parla di una «sufficiente dose di certezza». Dunque, non di dati consolidati. E questo abbiamo scritto. Tanto più che, è bene ribadirlo, sono oltre 13mila i creditori che chiedono di essere pagati, anche se molti probabilmente non ne hanno più titolo. Per due possibili motivi: sono stati già saldati o hanno ceduto il loro credito ad altri, come le maggiori società che operano in questo settore. Quindi Profiti mette comprensibilmente le mani avanti. Comprensibile anche la reazione di Occhiuto, che sulla Sanità si gioca la sua credibilità politica e istituzionale, come d’altronde lui stesso ha più volte rimarcato.

«Ho chiesto alle aziende del sistema sanitario di istituire per tempo i gruppi di lavoro - continua la sua replica -, al fine di farli operare mentre arrivano le Pec dei fornitori, che sono stati invitati a comunicare i loro crediti alla piattaforma entro il 24 di novembre. Sono certo, quindi, che, dopo anni di fantasticazioni sul debito sanitario della Calabria, avremo finalmente per fine anno la quantificazione reale delle partite debitorie, e che queste saranno inoltre suscettibili di possibili riduzioni all'esito della conclusione del lavoro ricognitivo dei gruppi costituiti con la Guardia di Finanza».

Infine, quello che suona come un avviso di sfratto: «D'altra parte, questo è il mandato che ho dato al professor Giuseppe Profiti, e sono certo che riuscirà a raggiungere l’obiettivo. In caso contrario ne trarrò le normali conseguenze».

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