Rete ospedaliera, Acri fa appello al governatore: 'non possiamo perdere il nosocomio cittadino'

La città fa appello al governatore Oliverio di impegnarsi per un comprensorio a cui non può essere 'strappato' anche un bene prezioso come il presidio 'Beato Angelo'
di Redazione
18 marzo 2016
08:59

In questi giorni, a tenere acceso il dibattito in città è l’annoso problema del presidio ospedaliero Beato Angelo a seguito del decreto sulla riorganizzazione della rete ospedaliera che sta facendo molto discutere non solo nella città acrese. I cittadini sono sempre più allarmati dall’ennesimo ridimensionato, depauperamento (a seguito del decreto “Scura”) del nosocomio che viene inserito nella categoria “Ospedale di montagna o area disagiata”. Effettivamente Acri è un area di montagna e disagiata con una rete stradale inadeguata, raggiungere Castrovillari o Rossano, che diventerebbero i centri di riferimento significherebbe percorrere più di 35 Km di tracciati tortuosi che in casi di urgenza non permetterebbero il trasferimento del malato in tempo utile. Dunque, un ospedale che è stato punto di riferimento anche per i territori limitrofi, ( San Demetrio, Santa Sofiia, Vaccarizzo Albanese, ecc ) con professionalità di alto livello, verrebbe ridotto a nulla se questo decreto venisse confermato e non rivisto così come promesso dal commissario Scura. Ma esaminiamo dunque quali i servizi che resterebbero attivi se il decreto venisse confermato? Il pronto soccorso verrà gestito “ a distanza” da Rossano, il laboratorio analisi funzionerà solo per i degenti, la medicina ridotta a venti posti letto, la chirurgia, punto di diamante del presidio, ridotta ad interventi di day surgery o “eventualmente” Week surgery. Persino l’organico medico, che dovrebbe essere di circa 25 unità, sarà gestito e organizzato dalla struttura DEA di riferimento. Possiamo dire, che al territorio acrese, così come concepita la riorganizzazione, il diritto alla salute non verrebbe assolutamente garantito, resterebbe in piedi un presidio che a poco servirebbe se non a dare “un contentino” per non averlo totalmente soppresso. La città fa appello al governatore Oliverio, che ha detto sempre di avere a cuore il territorio acrese, e pare non aver digerito bene il decreto, di impegnarsi per un comprensorio a cui non può essere “strappato” anche un bene prezioso come il presidio “Beato Angelo”.

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