Il caso

Sanità, la Calabria non spende 9 milioni di euro destinati alle terapie per pazienti con tumore

Al centro, l’ammodernamento dei servizi di radioterapia oncologica. Le regioni interessate al finanziamento avrebbero dovuto presentare al Ministero della Salute uno specifico programma di utilizzo delle risorse assegnate

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di Redazione
23 febbraio 2022
12:05

La Calabria, è tra le regioni del Mezzogiorno a non aver ancora speso i fondi della delibera Cipe 32 del marzo 2018 che prevede un finanziamento pari a 100 milioni di euro, in attuazione del decreto-legge 243/2016, per la riqualificazione e l'ammodernamento tecnologico dei servizi di radioterapia oncologica di ultima generazione nel Sud del Paese.

I fondi 

Le regioni interessate al finanziamento -riferisce l’ansa - avrebbero dovuto presentare al Ministero della Salute, entro 180 giorni dalla pubblicazione, uno specifico programma di utilizzo delle risorse assegnate, che per la Calabria ammontavano a 9mln e 400 mila euro, 3 dei quali assegnati al solo hub ospedaliero di Reggio Calabria. Una procedura che né l'ex commissario per la Sanità, Saverio Cotticelli, prima, né Guido Longo, suo successore, avrebbero mai avviato.


A differenza di altre regioni meridionali, quindi la Calabria non ha ancora avviato le procedure che permetterebbero di mettere al passo tecnologicamente reparti importanti come la Radioterapia oncologica in cui vengono trattati pazienti il cui rischio vita è molto alto in relazione alle patologie di cui soffrono. Un finanziamento che una volta acquisito avrebbe consentito anche per gli ospedali della Calabria, ed in particolare i Centri di radioterapia oncologica degli ospedali hub di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria, di potenziare e rinnovare le strumentazioni di cui dispongono.

Le terapie oncologiche in Calabria

Gli acceleratori nucleari di cui sono dotati, dal 2017, i reparti di radioterapia oncologica della Calabria, hanno consentito di trattare oltre 10mila persone, ma nonostante questo resta ancora lunga la lista d'attesa per molti pazienti, che spesso sono costretti, per l'urgenza delle cure di cui necessitano, a rivolgersi a strutture sanitarie di altre regioni, con i costi che ne derivano sia in termini personali che collettivi a causa della conseguente emigrazione sanitaria.

Il Decreto Calabria

La presenza di nuovi acceleratori di seconda generazione consentirebbe quanto meno di raddoppiare e rendere più efficiente ed economicamente sostenibile l'intero sistema della radioterapia oncologica della Calabria. Con la legge finanziaria 2022, lo Stato ha adesso affidato la gestione e l'utilizzo di questi fondi alle Regioni. Nel richiamare il cosiddetto 'Decreto Calabria', il legislatore ha affidato al commissario ad Acta della Sanità in Calabria, ruolo oggi affidato all'attuale presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto

«l'attuazione dei programmi sottoscritti con il Ministero della salute, "avvalendosi - viene specificato nel decreto - allo scopo, dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa Spa - Invitalia, previo parere dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Ove necessario in relazione alla complessità degli interventi, il commissario ad acta può nominare esperti individuati all'esito di una selezione comparativa effettuata mediante avviso pubblico tra persone di comprovata esperienza ed elevata professionalità, nel rispetto delle previsioni del quadro economico generale degli interventi».

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