Modifiche della Regione al protocollo d’intesa. La distribuzione dei posti letto fa storcere il naso, ma a creare malumori è soprattutto l’eliminazione dell’automatismo nell’attivazione assistenziale dei docenti universitari
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Qualche mugugno c’è ma orbitante sottotraccia. Nulla a che vedere con i dissidi insanabili di un tempo quando anche la minima variazione nella struttura organizzativa poteva urtare suscettibilità e giustificare il taglio di teste. Eppure la recente adozione del documento strategico della neonata azienda Dulbecco di Catanzaro qualche alzata di sopracciglio l’ha provocata nei corridoi dell’ex policlinico universitario ma senza per questo degenerare in casus belli.
Mugugni sottotraccia
Ad esempio, alcune prescrizioni contenute nell’atto aziendale così come la distribuzione dei posti letto hanno fatto storcere il naso, seppur a livelli diversi. Nel primo caso si tratta di determinazioni regionali, dopo mesi di attesa la struttura commissariale ha finalmente licenziato il documento principe di programmazione ma imponendo all’azienda di apportare modifiche mirate.
L’attivazione assistenziale
È il caso dell’attivazione assistenziale del personale universitario. La versione aziendale ricalcava in maniera pedissequa quanto previsto dal protocollo d’intesa – a suo tempo siglato dal presidente della Regione e dall’allora rettore dell’Umg –, ovvero l’automatica attivazione dei docenti universitari. La Cittadella ha invece prescritto la sostituzione dell’intero periodo: «Professori e ricercatori universitari in servizio non attivati assistenzialmente dall’università successivamente alla stipula del presente atto potranno essere attivati assistenzialmente».
Cade l’automatismo
Potranno, in luogo di saranno. Un mutamento che alle latitudini accademiche viene percepito come una interferenza. Ad avere l’ultima parola sarà il direttore generale, in questo caso il commissario straordinario, probabilmente per mantenere saldo il controllo sui conti. Una novità per il mondo accademico, dove l’assistenza ha sempre fatto parte integrante dell’insegnamento.
Il collegio di direzione
Vi è poi l’introduzione di nuove figure nel collegio di direzione. Oltre al direttore generale, al direttore amministrativo, al direttore sanitario e ai direttori di dipartimento, potranno partecipare anche i direttori sanitari di presidio e il direttore dell’area programmazione e controllo. La previsione è contenuta in un dca del 2023 che detta le linee guida per l’adozione dell’atto aziendale.
L’assenso della scuola
E infine, l’eliminazione – anche questa inizialmente contenuta nel protocollo d’intesa – del parere preventivo della scuola di Medicina e Chirurgia, all’atto di nomina dei direttori di struttura complessa a direzione universitaria. Quindi, la distribuzione dei posti letto. Questi ultimi, seppur incardinati nella programmazione regionale - che ha fissato rigidi paletti per il superamento delle doppie unità operative e soprattutto la riduzione di quelle poco produttive – sono di diretta pertinenza aziendale.
Chi guadagna, chi perde
Nell’operazione, insomma, c’è chi ci ha guadagnato e c’è chi, inevitabilmente, ci ha perso. Le lagnanze in questo caso sono bipartisan, provenienti sia dagli ambienti ospedalieri che da quelli universitari. Ancora disponibili una decina di giorni per impugnare il decreto, così come previsto dalla legge; ma nessuno al momento scommette sulla soluzione estrema, essendo ormai prevalsa la linea della diplomazia sulla storica anima belligerante.