Il presidente della Simeu lancia l’allarme: la cessazione dei contratti ai dottori delle cooperative rischia di lasciare sguarniti i Pronto soccorso proprio nel periodo più caldo dell’anno
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Il conto alla rovescia è iniziato: dal 31 luglio entrerà in vigore la norma prevista dal decreto del 17 giugno 2024, che impone la cessazione dei contratti dei medici a gettone. Si tratta dei professionisti assunti tramite cooperative, oggi impiegati in moltissimi Pronto soccorso e reparti ospedalieri per colmare le croniche carenze di organico. La loro uscita rischia di avere un impatto devastante proprio nel periodo più delicato dell’anno, quello estivo, quando la domanda di assistenza cresce anche a causa delle ondate di calore.
A lanciare l’allarme è il presidente della Società italiana di medicina di emergenza-urgenza (Simeu), Alessandro Ricciardi, che definisce la situazione «critica» e destinata a peggiorare.
Medici in fuga, caldo in arrivo
«Il maggiore problema – spiega Ricciardi all’Ansa – è la carenza di personale sanitario nei Pronto soccorso, che si aggraverà nei mesi estivi per effetto delle ferie estive e della fine dei contratti con le cooperative». Un doppio colpo che rischia di mettere in ginocchio numerose strutture sanitarie, già oggi in difficoltà.
Secondo i dati forniti dalla Simeu, tra il 20 e il 30% dei medici attualmente in servizio nei Pronto soccorso appartiene a cooperative, ma in alcune strutture il ricorso ai cosiddetti “gettonisti” arriva a coprire fino all’80% dei turni. Questo significa che, dal 1° agosto, intere aree del Paese rischiano di trovarsi senza personale sufficiente per garantire un servizio minimo.
Deroghe rare e ostacoli alle assunzioni
Il decreto prevede deroghe limitate, valide solo in casi eccezionali e vincolate all’attivazione di procedure specifiche da parte delle aziende sanitarie. Un iter burocratico non immediato, che difficilmente potrà impedire il tracollo estivo.
Ma c’è un altro ostacolo che preoccupa i professionisti: molte cooperative inseriscono nei contratti clausole che impediscono l’assunzione dei loro medici da parte delle Asl per almeno due anni dalla cessazione del rapporto. In pratica, anche volendo stabilizzare questi lavoratori, il sistema sanitario non può farlo a breve termine.
Il rischio di una tempesta perfetta
Al momento – precisa Ricciardi – non si sono ancora registrati picchi di accessi legati al caldo. Ma le previsioni meteorologiche indicano un innalzamento delle temperature nelle prossime settimane, con effetti che potrebbero farsi sentire a breve anche nei Pronto soccorso. Se a questo si aggiunge il ridimensionamento forzato degli organici, il rischio è quello di una tempesta perfetta, in cui la domanda cresce mentre l’offerta sanitaria crolla.
La Simeu chiede quindi un intervento immediato: prorogare i contratti o, almeno, snellire le deroghe e rimuovere i vincoli alle assunzioni. In gioco c’è la tenuta di un pezzo fondamentale del sistema sanitario nazionale.