Il Comitato civico continua la sua mobilitazione volta a denunciare la carenza di servizi sanitari nell’Asp di Cosenza: «Il consiglio comunale di San Giovanni in Fiore deve stilare un documento che chiede trasparenza e attenzione per le comunità locali»
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Il Comitato civico denominato Si (la) Salute bene comune - costituito dalle associazioni Adifa, Avis, Fiori Florensi, Jure Vetere, Legambiente Sila, Primavera Florense, Unesco, I Spontanei, San Paolo, Cgil, Cisl - ha inteso intraprendere una battaglia di civiltà con la consapevolezza che gli obiettivi che vogliamo continuare ad elevare come bene comune per l’intera nostra comunità sono la salute e la qualità della vita.
La morte di Serafino Congi, avvenuta per cause non ancora accertate dalle Istituzioni sanitarie o giudiziarie, ci ha caricato di corresponsabilità e tale rimane perché non vogliamo assistere passivamente alla realtà che ci circonda. Il silenzio tombale dell’Asp di Cosenza ed il mutismo che sulla vicenda si è determinato, per noi non è affatto da considerare normalità. In tal senso rimane saldamente in piedi la causa che ha determinato il nostro sussulto a diventare tutti Serafino.
Vogliamo continuare ad essere Cittadinanza attiva, perché il valore della libertà non è una cosa scontata, anzi riteniamo che vada coltivata e sorvegliata ogni giorno come l’aspetto più prezioso della democrazia, perché nessuna conquista è mai definitiva, una volta per tutte.
La prova è la condizione della nostra Regione dove il Servizio Sanitario Nazionale non è riuscito a garantire la salute ai propri cittadini nel modo in cui la nostra Costituzione stabilisce. Una Regione commissariata da anni per la Sanità e ulteriormente entrata in uno “Stato di Emergenza” sotto la lente di ingrandimento della Protezione Civile non ci eleva come esempio di qualità.
Da molti anni è stato messo in discussione, da politiche che non hanno tenuto conto dei bisogni reali del concetto di Salute, e si è proceduto con le logiche dei cosiddetti Piani di Rientro al fine di contenere i costi e gli sprechi nella Sanità.
I costi, gli sprechi e/o scandali e malasanità sono andati avanti, e con essi sono stati ridotti i Servizi e le prestazioni al cittadino con un ammanco di tanti presidi ospedalieri che oggi arrancano o sono persino inesistenti.
Si è parlato tanto, ai tempi non lontani del Covid di quanto poteva essere produttiva ed efficace una presenza di servizi territoriali in termini di medicina del Territorio, assistenza domiciliare, Servizio di Salute mentale, Specialistica ambulatoriale, Consultori familiari, Servizio di Fisioterapia, RSA pubbliche e quanto altro previsto dalle Linee Guida del Ministero della Salute per gli interventi nelle Aree Interne, approvato dalla Direzione Generale della Programmazione Sanitaria. Per questa ragione circa la metà dei fondi (7 miliardi di euro su 15,6 miliardi totali) della missione sulla salute del PNRR è stata dedicata al rafforzamento della sanità territoriale. Al centro di questi investimenti ci sono proprio le case della comunità, Ospedali di montagna, strutture di prossimità che nelle intenzioni dovrebbero essere il luogo dove le persone possono andare per una assistenza medica immediata, per accedere a diversi servizi di diagnostica e prevenzione senza rivolgersi al pronto soccorso. Le scadenze per ottemperare a quanto previsto sono a termine entro il 31 dicembre 2026.
I fondi non spesi e le opere non realizzate non avranno nessuna deroga. Parziali risultati e spiragli o brecce per continuare a credere nella possibilità di incidere sono evidenti e ci devono incoraggiare per trasmettere nuove speranze ai cittadini.
Abbiamo acquisito che già dai primi giorni di luglio 2025 la dottoressa Vencia, cardiologa, è rientrata in servizio, ed una ulteriore cardiologa ha preso servizio in Ospedale insieme ad altri medici in Medicina. La presa di servizio del nuovo Primario di Medicina sarà certamente motivo di slancio per la riattivazione completa e piena del reparto per il quale sono previsti termini di consegna dei lavori a breve e questo ci impegna a rimanere attenti e vigili perché succeda.
La riattivazione del Servizio dell’holter dinamico come strumento diagnostico è un ulteriore passo in avanti. Un servizio di Elisoccorso di supporto alla emergenza – urgenza oggi è presente. E’ stata riattivata la colonna endoscopica ed il servizio ecodoppler in ospedale che sono certamente ulteriori servizi e condizioni che sono ripresi a funzionare anche in virtù di segnalazioni e stimoli venute dal basso.
Rimane in piedi la grossa carenza degli ambulatori specialistici per i quali l’Asp deve assolutamente provvedere al ripristino delle tante branche non più presenti e tanto necessarie per la Prevenzione.
Dobbiamo constatare anche gli aspetti positivi che la battaglia quando è continua può generare. Nessun segnale ci giunge purtroppo nell’ambito di un reale servizio di emergenza urgenza previsto per gli ospedali di montagna.
Consapevoli che questi rischi possano diventare concreti non abbandoniamo assolutamente il campo della nostra battaglia e continuiamo a stimolare la cittadinanza per non demordere nella difesa dei Diritti. Al fine di una discussione che con l’equilibrio giusto intraveda le criticità reali del nostro territorio costruendo in modo unitario una visione strategica e degli obiettivi credibili, utilizziamo il meglio delle nostre energie e competenze per offrire a questa nostra comunità una possibilità per recuperare la fiducia nelle istituzioni e perché ognuno di noi possa credere che lo spopolamento di tante fasce di età della nostra popolazione si arresti.
Un documento unitario di tutto il Consiglio Comunale che chieda all’Asp di Cosenza di togliere il tappo del silenzio sulla tragica morte di Serafino Congi sarebbe un bel gesto per Caterina Perri e la famiglia tutta.
Sono queste le motivazioni che ci inducono a poter essere parte attiva nella prossima seduta del Consiglio Comunale.
La petizione lanciata sul web dal Comitato ai vari responsabili della Sanità regionale per un incontro alla presenza della sindaca del nostro Comune, firmata da duemila cittadini, e la richiesta d’incontro, tramite Pec, al Presidente e commissario per la Sanità Roberto Occhiuto e del Commissario dell’ASP Graziano non hanno avuto l’ascolto e la comprensione dovuta. La nostra Comunità merita rispetto. Auspichiamo con fiducia che le condizioni di una discussione congiunta siano un presupposto unitario.