La questione è molto delicata soprattutto perché si è subito colorata di tinte politiche. A ben pensarci non è poi così strano visto che i medici di base calabresi hanno tutti un grande talento per la politica. Tornando però in campo sanitario il problema è quello dell’eccesso di prescrizioni da parte dei medici di base.

Un caso partito dalla Calabria, da Corigliano Rossano in particolare, per arrivare alla ribalta nazionale grazie al medico Angelo Broccolo, dirigente di Sinistra italiana, multato dall’Asp di Cosenza per aver sforato il tetto delle prescrizioni. Il segretario nazionale, Nicola Fratoianni, parlò di una situazione inconcepibile che penalizza le fasce meno abbienti della popolazione che non possono pagarsi prescrizioni non coperte dal Servizio sanitario nazionale.

Oggi la questione è ripresa dal consigliere regionale del Pd, Giovanni Muraca che ha depositato un’interrogazione a risposta scritta rivolta al presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, per affrontare con urgenza la problematica. Nel testo dell’interrogazione, Muraca denuncia l’invio di «accertamenti e rilievi» ai medici di medicina generale, riguardanti le prescrizioni di farmaci considerate «improprie», nonostante fin qui siano rientrate nei normali parametri di somministrazione.

L’iniziativa, secondo il consigliere, nasce dall’esigenza di voler comprimere i costi sanitari, che rischia di compromettere il diritto alla salute dei cittadini, mettendo in discussione l’autonomia decisionale dei medici nella scelta terapeutica che, adesso, si trovano messi in discussione per avere prescritto ai propri pazienti farmaci comuni come antinfiammatori, gastroprotettori, Omega 3 e persino antibiotici.

«Questo sistema rischia di compromettere la qualità delle cure e il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione, mettendo i medici nella difficile posizione di dover bilanciare le necessità dei pazienti con le rigide e incomprensibili linee guida di riduzione dei costi», ha dichiarato Muraca. Con l’interrogazione, il consigliere chiede alla Giunta regionale di adottare urgentemente misure a tutela dei medici calabresi, valutando la sospensione degli addebiti in attesa di un approfondimento tecnico-scientifico, e di adottare iniziative concrete per risolvere questo problema che, a suo avviso, minaccia la stabilità e l’efficienza del sistema sanitario regionale.

La questione in realtà è molto delicata perché c’è un dato di fatto inconfutabile ovvero che la spesa farmaceutica in Italia è effettivamente fuori controllo nel senso che ogni anno si sfora quella che è la previsione di spesa. Ma non c’è soltanto una questione economica. Ci sono autorevoli esponenti della società scientifica che attestano come in Italia ci sia un abuso nell’uso di farmaci. Un report di Aifa (Agenzia italiana per il farmaco) dice che In Italia si consumano troppi antibiotici e in modo improprio. Con picchi anche del 40% nei mesi invernali che fanno presumere un loro uso sbagliato contro virus influenzali e parainfluenzali, rispetto ai quali sono inefficaci. Quasi la metà della popolazione geriatrica che ne fa uso almeno una volta l’anno con punte di oltre il 60% al Sud.

A proposito di AIfa è proprio questa agenzia che stabilisce non solo quali siano i farmaci a carico del Ssn, ma anche quale dev’essere il loro utilizzo. Lo stesso farmaco, quindi, può essere a carico del Servizio sanitario nazionale per una patologia, ma a pagamento per altri disturbi rispetto ai quali è comunque efficace. Insomma ci sono regole precise che non sono stabilite dalla Regione Calabria ma dall’Aifa alle quali i medici di base devono attenersi. Di più. Possono anche non farlo, ma facendo firmare il consenso informato al paziente. Saranno poi le varie commissioni di appropriatezza delle Asp (così si chiamano) a valutare, in caso di contestazione, se la prescrizione era valida o meno. In molti casi i medici con tanto di relazioni hanno spiegato la necessità di quella prescrizione e le sanzioni sono state annullate.

Insomma il tema è molto delicato e meriterebbe un dibattito approfondito perché rispetto a quanto scrive Muraca nella sua interrogazione c’è anche una tendenza a prescrivere farmaci per una sorta di pigrizia chiamiamola così da parte del medico che prescrive con troppa facilità alcuni farmaci. C’è poi il caso dei medici di base che devono subire le prescrizioni degli specialisti, soprattutto in determinati campi, che fanno le famose ricette “bianche” che poi tocca ai medici di famiglia prescrivere elettronicamente.

Fra la posizione di Muraca e Fratoianni e quello di cui abbiamo appena parlato la verità con ogni probabilità sta nel mezzo. Ma ripetiamo due fatti incontrovertibili: la spesa farmaceutica in Italia è fuori controllo, l’utilizzo dei farmaci non sempre è efficace. A questi due dati ne aggiungiamo un terzo. Non ci risultano altri medici sanzionati per eccessi di prescrizioni. Eppure il fenomeno è completamente monitorabile. Allora o quello agitato da Muraca è un falso problema o le Asp non stanno seguendo le direttive dell’ufficio del Commissario.