Il sequestro nel porto di Rotterdam del carico partito dal Brasile creò scompiglio con i narcos sudamericani. Le rotte dello stupefacente e le dichiarazioni del collaboratore Pasquino. I dettagli dell’inchiesta Kleopatra in cui sono indagate 59 persone
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Cesare Antonio Arcorace, nato a Locri nel 1989, aveva un nome in codice noto tra i narcotrafficanti: Kleopatra. L’alias di Arcorace dà, oggi, il nome anche all’operazione della Dda di Catanzaro che ha portato a nove arresti da parte della Guardia di finanza e all’ordine, da parte del gip Gilda Danila Romano, di sequestro preventivo di oltre due milioni di euro nei confronti di 22 indagati. In totale sono iscritte nel registro delle indagini preliminari 59 persone.
Secondo l’accusa, Kleopatra era uno dei promotori, direttori, organizzatori e finanziatori di un’associazione mafiosa dedita al traffico internazionale di stupefacenti, insieme a Cosimo Damiano Gallace, Domenico Vitale classe ‘76, Domenico Vitale classe ‘69, Francesco Aloi detto "Franco", Nicola Chiefari, Alessandro Menniti, e Francesco Riitano. Tutti sarebbero legati alla cosca Gallace di Guardavalle dedita al traffico di cocaina, marijuana, hashish ed eroina. Una cosca storicamente potente e riconosciuta, saldamente radicata nel Catanzarese, dove, scrivono gli inquirenti, gli associati residenti in altri luoghi del territorio nazionale si recavano frequentemente e sistematicamente per incontri risolutivi di problematiche che li riguardavano, e per ricevere le direttive strategiche sulle attività del gruppo. I rapporti internazionali dei Gallace, racconta l’inchiesta, viaggiavano, per l’approvvigionamento della droga, tra i Paesi del Sudamerica, Perù, Brasile, Ecuador e Colombia, e per movimentarla in Europa avevano uomini in Olanda, Germania e Svizzera. La cocaina passava dai porti di Santos (in Brasile), Rotterdam (Olanda), e l’aeroporto di Francoforte per poi arrivare in Italia attraverso i porti di Livorno, Gioia Tauro, Trieste.
Venti chili di cocaina nascosti tra polli congelati
In un caso gli investigatori hanno seguito un carico da 20 chili di cocaina partito dal porto di Santos e diviso in 20 panetti nascosti nei vani motore di un container frigo contenente pollo congelato. A commissionare e finanziare la partita di droga sarebbero stati Cesare Antonio Arcorace e Domenico Vitale classe ’76, detto Tigre, mentre a gestire il traffico dal Brasile (dove si trovava latitante) era l’attuale collaboratore Vincenzo Pasquino che teneva i rapporti con i narcos sudamericani conosciuti con gli alias "Corincia" e “Terra Gordigno". La cocaina è partita dal Brasile, dicono i tracciamenti, e arrivata nel porto di Rotterdam dove è stata intercettata, a marzo 2020, dall’autorità portuale olandese.
«Il carico di 20 chili occultato all'interno del pollo – dichiara il collaboratore Pasquino –, hanno partecipato Kleopatra, Tigre, Amedeus e RS6 (due soggetti di nazionalità albanese non identificati, ndr), il cugino di Kleopatra, Antonio, e dal lato brasiliano sempre il solito gruppo del Chorao, Terror, Coringiano e Pateta. Questo carico era all'incirca nel 2019 o inizio 2020. Diretto a Rotterdam, questo carico di 20 chili non ricordo specificatamente se cadde o no. Anzi, specifico che il carico cadde, e mi ricordo che Elvin chiedeva informazioni ad Alien circa i documenti del sequestro, per gettare infamia su Kleopatra. In particolare Elvin voleva sapere da Alien quali documenti chiedere per gettare infamia su Kleopatra. Il carico Io avevo fatto partire io dal Brasile, e l'uscita era di Amedeus».
Sfiducia reciproca
La notizia del carico «caduto», vista la sua ingente quantità, manda in tilt il gruppo che per lunghe ore scambia messaggi e chiamate manifestando sfiducia l’uno nei confronti dell’altro. In particolare Coringia e Gordigno, ovvero coloro che avevano spedito il carico, sono preoccupati per quanto accaduti e particolarmente diffidenti verso gli italiani, pretendendo di essere subito informati sulla reale sorte del carico. Arcorace, alias Kleopatra, invece, è convinto che non sia il loro il carico sequestrato, convinto che il container, dopo lo scalo a Rotterdam fosse stato caricato su un'altra nave: «[...] Il container è arrivato al porto di Rotterdam e dal porto di Rotterdam viene caricato su una nave più piccola per essere trasportato da un’altra parte». Alla fine però, le informazioni che i quattro si scambiano (compresi i link dei giornali), e le foto inviate da Vitale, alias Tigre, del container col pollo surgelato, costringono il gruppo a rassegnarsi alla perdita dei venti chili di cocaina.