Cinema: il Lamezia film fest incorona Ferrari, Marone e Annaud

Ospiti nazionali ed internazionali per la sesta edizione della rassegna diretta da Gianlorenzo Franzì

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di T. B.
18 novembre 2019
19:27

Sono stati l’attrice Isabella Ferrari e i registi regista Mario Martone e Jean Jacques Annaud i premiati del Lamezia International Film Fest. Il festival, sotto la direzione artistica di Gianlorenzo Franzì, si è avvalso anche quest’anno per tutte e cinque le giornate di presenze illustri di caratura nazionale ed internazionale. Ad Isabella Ferrari, che ha ritirato il Premio Ligeia nella categoria Esordi D’autore, è stata inoltre dedicata la retrospettiva Monoscopio che l’ha vista protagonista di numerosi film di successo da lei interpretati tra cui Amatemi, La vita oscena, Romanzo di un giovane povero, Arrivederci amore ciao.


«Questo mestiere è iniziato per volontà di mia madre – ha affermato l’attrice – vivevamo vicino Piacenza, in campagna e lei era una grande appassionata di cinema. Ha da sempre puntato molto su di me facendomi fare, a sedici anni, dei concorsi di bellezza. Dopo la vittoria di alcuni concorsi ho inciso un disco pur non sapendo cantare, ma mi ha dato la fortuna di incontrare Carlo Vanzina, un grande gentiluomo. Mi fece una breve intervista e nel giro di un mese mi sono ritrovata sul set di Sapore di Mare, insieme con Virna Lisi, una donna meravigliosa e attrice gigantesca. Mai avrei immaginato che quel film mi avrebbe portato un successo così grande. Non potevo più girare per Roma, tutti mi chiamavano ‘Selvaggia’».L'attrice ha ricevuto anche un omaggio dallo stilista Anton Giulio Grande.  


 

Presenti a Lamezia anche il regista Mario Martone e la sceneggiatrice Ippolita Di Majo che hanno raccontato alcuni retroscena del loro lavoro: «Per fare questo mestiere ci vuole tanto coraggio – ha affermato Martone – a me fortunatamente non è mai mancato, ho sempre fatto delle scelte libere da criteri commerciali, sia al cinema che a teatro». Anche Ippolita Di Majo ha spiegato come sia necessario «guardare il pubblico come cittadini, come essere umani e non come consumatori o compratori».
A chiudere questa sesta edizione, poi, è stato il maestro francese Jean Jacques Annaud che ha ricevuto il Premio Carl Theodore Dreyer.

 

 

Giornalista
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