Leo Gullotta mette in scena Pirandello al teatro comunale di Catanzaro

Pensaci Giacomino del celebre autore agrigentino verrà rappresentato nel capoluogo calabrese per la stagione di prosa Ama Calabria

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di Redazione
10 dicembre 2018
14:40
L’attore catanese Leo Gullotta
L’attore catanese Leo Gullotta

Una grande opera di Luigi Pirandello andrà in scena domani, 11 dicembre, al teatro comunale di Catanzaro e Leo Gullotta vestirà i panni del giovane Giacomino, mettendo in scena “Pensaci Giacomino” del grandissimo teatrante di Agrigento. L’attore catanese vanta di una pluridecennale attività di attore di cinema, teatro e televisione oltre che di doppiatore in prestigiosissimi film di livello internazionale si presenterà nel capoluogo calabrese per la stagione di prosa Ama Calabria e presenterà il suo ultimo lavoro teatrale, diretto da Fabio Grossi.

 


L’opera

Giacomino di Luigi Pirandello nasce in veste di novella del 1915 per poi avere la sua prima edizione teatrale, in lingua, nel 1917. Tutti i ragionamenti, i luoghi comuni, gli assiomi pirandelliani sono presenti in questa opera. Un testo di condanna, condanna di una società becera e ciarliera, dove il gioco della calunnia, del dissacro e del bigottismo e sempre pronto ad esibirsi.
La storia racconta di una fanciulla che rimasta incinta del suo giovane fidanzato non sa come poter portare avanti questa gravidanza, il professore Toti pensa di poterla aiutare chiedendola in moglie e potendola poi così autorizzare a vivere della sua pensione il giorno che lui non ci sarà più. Naturalmente la società civile si rivolterà contro questa decisione anche a discapito della piccola creatura che nel frattempo è venuta al mondo.

 

Una visione della società contemporanea

Finale pirandelliano pieno di amara speranza, dove il giovane Giacomino prenderà coscienza del suo essere, del suo essere uomo, del suo essere padre e andrà via da quella casa che lo tiene prigioniero, per vivere la sua vita con il figlio e con la giovane madre. Da qui si desume quanto tutto questo possa svolgere il pensiero pirandelliano nei confronti di una società che allora era misogina opportunista e becera. Racconta di uno Stato patrigno nei confronti dei propri cittadini soprattutto nei confronti della casta degli insegnanti, sottopagati e bistrattati. Grande bella qualità del premio Nobel di Agrigento nel prevedere il futuro e come raccontava Giovan Battista Vico corsi e ricorsi storici, cioè nulla cambia nulla si trasforma. 

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