L’intervista

Locri, a un anno dalle riprese la città reggina scopre My Soul Summer del regista Fabio Mollo

VIDEO | Dopo la proiezione al Cinema Vittoria gli spettatori hanno potuto ascoltare dalla voce del regista le curiosità e i dietro le quinte di un lavoro che ha già riscosso un gran successo

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di Tonino Raco
20 novembre 2022
21:00

Locri abbraccia nuovamente il regista reggino Fabio Mollo e scopre il suo “My Soul Summer” a distanza di poco più di un anno dalle riprese che proprio lì (oltre che a Siderno, Catanzaro e Roma) hanno costruito il film con al centro la giovane vincitrice di X Factor 2020 Elisa Coclite, in arte Casadilego.

Il film, prodotto da Bartleby Film e Fidelio con Rai Cinema è stato presentato al cinema “Vittoria” di Locri dove un nutrito gruppo di spettatori ha potuto apprezzarne la visione e, successivamente, ascoltare dalla voce dello stesso regista le curiosità, gli aneddoti e i dietro le quinte di un lavoro che ha già riscosso un gran successo nel suo esordio assoluto alla Festa del Cinema di Roma.


Trama

My Soul Summer parla della storia di Anita (Casadilego) 17enne dedita allo studio del pianoforte classico che, per preparare con tranquillità l’esame di ammissione all’ottavo anno di Conservatorio, viene mandata dai genitori a passare l’estate dalla nonna in Calabria. L’intento dei genitori di Anita è di permettere alla ragazza di svagarsi di tanto in tanto, Anita però fa fatica a rapportarsi con i coetanei e con la sua amica d’infanzia a causa del suo essere introversa e con la testa costantemente allo studio e alla pratica del pianoforte. Fino a quando l’incontro con Vins (Tommaso Ragno), uno stravagante cantante soul e produttore musicale, le stravolgerà l’estate portandola a scoprire la sua passione più grande nel mondo della musica. 

Prima della proiezione del film Fabio Mollo si è fermato ai nostri microfoni.

Intervista

Come nasce My Soul Summer e che tipo di storia vuole raccontare?

«La sceneggiatura mi è arrivata più o meno due anni fa, mi ha colpito da subito l’idea di provare a raccontare un romanzo di formazione e quindi un momento di crescita di una giovane donna attraverso la musica. Ecco, il fatto che il film mettesse al centro la musica mi ha conquistato immediatamente. Anita è una giovane donna che crescendo deve trovare la sua voce, nel senso di trovare il coraggio per esprimersi liberamente ed essere se stessa».

Com'è stato lavorare con Elisa (Casadilego) al suo debutto assoluto nel mondo cinematografico?

«Guarda, mi ricordo che quando ho letto la prima volta la sceneggiatura ho pensato “dove troviamo un’attrice di 18 anni che sappia cantare, suonare il pianoforte e recitare contemporaneamente? Non la troveremo mai”. Invece durante i casting ho incontrato Elisa a Milano quasi un anno prima di girare e nonostante non avesse mai avuto esperienza e fosse terrorizzata all’idea di recitare abbiamo iniziato a lavorare, abbiamo fatto 4 mesi di preparazione sulla recitazione e sullo stare in scena, dopodiché  Elisa si è presa il film sulle spalle ed è diventata una vera attrice proprio sul set».

Che ruolo gioca nel film la Calabria e nel particolare la Locride? Si può leggere un messaggio indirizzato ai giovani del territorio?

«Il fatto che il film sia ambientato a Locri è una delle cose di cui vado più fiero in assoluto. La prima volta che ho letto la sceneggiatura il film era ambientato a Como. Ma io ho pensato subito a Locri perché per me era fondamentale; prima di tutto perché sono legato tantissimo cinematograficamente alla Calabria e poi tenevo molto all’idea che questo percorso di formazione che intraprende la ragazza nel film avesse luogo proprio in questa città. Questo film racconta del coraggio di fare un qualcosa e affermarsi anche quando gli altri pensano che tu non sia grado di farlo, il fatto che questo tipo di messaggio parta da Locri e dai ragazzi della Locride è un qualcosa di cui vado molto fiero». 

Ha accennato al suo rapporto cinematografico con la Calabria, non è la prima volta che decide di scommettere sulle potenzialità di questa regione.

«Esattamente, My Soul Summer è il terzo film che ambiento in Calabria. Il motivo per cui torno sempre qui è perché credo che sia un territorio altamente cinematografico per la sua ricchezza oltre che per i suoi contrasti. Mi piacerebbe contribuire a costruire in questo territorio. Proprio perché sono nato qui mi sono sempre detto che fare cinema non era la prima cosa che io potessi fare, anzi, forse un sogno irraggiungibile. Quindi per me fare cinema rappresenta un privilegio, una grande occasione. Voglio cogliere quest’occasione per raccontare storie calabresi il più possibile, perché aiuta a costruire un’identità e se c’è un’identità c’è una forza».

A che punto è secondo lei, nel suo percorso di crescita, il cinema in Calabria?

«Secondo me il cinema in Calabria sta vivendo in questo momento una bellissima primavera, sempre più produzioni vengono a girare qui ma soprattutto sempre più registi, sceneggiatori e attori crescono sul territorio calabrese e altri registi da fuori vengono a girare qua. Mi ricordo quando, esattamente dieci anni fa giravo il mio primo film “Il sud e niente” a Reggio, eravamo veramente in pochi ed era davvero difficile anche provare a spiegare a Rai Cinema o comunque un produttore non calabrese l’importanza di girare in Calabria, ora invece viene vista come una risorsa ed è una bellissima cosa».

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