Il cantautore si è esibito nella serata del Primo maggio a Santa Sofia d’Epiro, territorio cosentino di origini albanesi: «Sempre bello entrare nelle tradizioni dei paesi»
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La curiosità c’era e l’interesse ha raccolto sotto il palco un po’ tutto il paese, quasi come fosse un concerto di tanti anni fa. L’esibizione di Povia all’interno dei festeggiamenti per Sant’Atanasio che ricorre, come da calendario, il 2 maggio, è stata osservata con particolare attenzione dai cittadini di Santa Sofia d’Epiro.
L’artista è stato il pezzo forte, in anticipo, nell’ambito dell’intrattenimento civile all’interno delle celebrazioni dedicate al santo, col comitato della festa che ha così organizzato, in maniera funzionale, ogni aspetto sul lato pratico, gestionale e anche del divertimento in piazza.
Povia, accompagnato dal manager Elio Belmonte, è tornato a esibirsi in Calabria, col suo solito stile: non sono mancate le frecciate al politically correct, ha cercato di coinvolgere il pubblico alla sua maniera e ha sciorinato il suo repertorio, alternando canzoni meno noti a pezzi molto più intimisti come il brano scritto da suo padre poco prima della sua morte.
Da notare inoltre come, a vent’anni dal suo cavallo di battaglia “Quando i bambini fanno oh…”, si sono accorti un po’ tutti come gli stessi bambini siano ormai dei ragazzi fatti e finiti, mentre qualche loro genitore ha percorso addirittura duecento chilometri per poter seguire il concerto.
Resta una traccia di tanti aspetti da analizzare, ma la musica per Povia rimane al centro dell’attenzione, diventando un sano volano di positività: «Vengo in Calabria sempre con tanto piacere, diamo un senso di comunità. Ho intitolato il mio tour “Viva la festa” proprio perché mi piace entrare in punta di piedi nella storia e nella tradizione di ogni paese, nella cultura di chi organizza una festa bella come questa. La Calabria è una terra di storia, arte e cultura, mi affascina sempre: ogni luogo racchiude emozioni diverse, sensazioni positive e un calore sempre rinnovato dalla gente».
Povia, quindi, ben felice di esibirsi nella nostra regione, ne studia anche le particolarità, da meridionalista convinto e con origini che abbracciano i territori del sud: «Sono stato di essere inserito all’interno dei festeggiamenti di Sant’Atanasio il Grande, uno dei quattro grandi padri della chiesa d’Oriente, che ha vissuto il concilio di Nicea. Santa Sofia d’Epiro è una comunità che si riunisce in maniera seria, la festa è fatta per i territori, le promozioni e l’economia, è una dimostrazione di democrazia».
Due ore circa di esibizione e saluti finali col ringraziamento al comitato festa di Sant’Atanasio e alla disponibilità trovata a Santa Sofia d’Epiro: «Me la sono goduta secondo dopo secondo, serate come questa rafforzano il legame della gente con la buona musica».