Reggio, al teatro Cilea sboccia la Magnolia dei Mattanza

VIDEO | Un concerto-spettacolo dove la migliore tradizione del gruppo si è intrecciata con un sound originale, frutto del magico mix tra voci, strumenti e poesia. Un nuovo disco, un nuovo lavoro, nel ricordo e nell'ispirazione di Mimmo Martino

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di Redazione
15 giugno 2019
10:35

Tra atmosfere antiche e contemporanee, cullata dalla luna e alimentata dalla memoria che ha radici per appartenere alla terra ed anche chiome per mirare a solcare nuovi orizzonti, è fiorita la "Magnolia" dei Mattanza, il nuovo disco, edito da Sveva Edizioni di Reggio Calabria, a cui si deve anche la produzione, e da Edizioni Miseria e Nobiltà di Milano (foto di Marco Costantino e interviste di Angela Panzera).

 


Il palco del teatro "Francesco Cilea" di Reggio Calabria, con le suggestive istallazioni multimediali di Claudio Martino, ha fatto da cornice ad uno spettacolo che ha intrecciato la migliore tradizione dei Mattanza con un sound originale, frutto di un incontro sorprendentemente naturale tra gli strumenti della tradizione popolare e l’elettronica. I Mattanza sono Mimmo Martino (r-esistenza), Rosamaria Scopelliti (voce, percussioni, tastiere), Roberto Aricò (basso elettrico, synth, voce), Gino Mattiani (tastiere, fisarmonica, fiati popolari, mandola, voce), Fabio Moragas (chitarra battente, mandola, voce), Emiliano Laganà (batteria), Claudio Paci (percussioni, berimbau, didgeridoo, elettronica), Mario Lo Cascio (chitarra classica, semiacustica, tastiera, voce). "Magnolia" è il primo disco da quando Mimmo Martino “parla da un’altra stanza” restando, in modo naturale, spirito e poesia del gruppo. Un legame inestricabile suggellato nello storico brano Vitti ‘Na Crozza, riproposto in questo album con la sua voce e, in occasione del concerto, grazie alla magia del figlio Claudio, anche con il "suo profilo" e poi con la “sua presenza”, lì sul palco insieme a coloro che stanno portando avanti lo stesso appassionato progetto culturale, nutrito di radici e di futuro. «Mimmo ha partecipato attivamente al lavoro di questo disco- ha dichiarato alla nostra testata Mario Lo Cascio, voce e chitarra del gruppo-con la sua principale caratteristica musicale che era quella dell’innovazione. Era lui che spingeva in avanti sempre le cose e ha continuato a farlo. Ciò che è successo nella realizzazione di questo disco è qualcosa di magico perché nell’interazione dei musicisti di questo gruppo, con questa commistione si suoni nuovi, dell’elettronica con gli strumenti tradizionali, è veramente qualcosa di magico.  C’è il suo zampino». Un progetto reso possibile dalla preziosa collaborazione del tecnico del suono Biagio Laponte; un progetto che continua ad essere sostenuto da tante persone e tra queste anche Anna Chilà e Caterina Lo Presti, per tutti “mamma Mattanza”, un cuore di madre sempre generoso, l'associazione Magnolia, che porta il nome dell'album e di un albero maestoso e dalle radici profonde e che per Mimmo Martino era stata una importante ispirazione. L’inserimento della musica elettronica è stata una scelta elaborata in ogni minimo particolare senza, però scadere nell’omologazione o negli artifici tecnologici. «È stato un lavoro complesso, lungo e molto delicato perché sono stati miscelati molti linguaggi musicali- ha dichiarato Laponte- Un lavoro che comprende la musica di ricerca popolare , partendo proprio da lì, e si sposta su varianti contemporanee. Anche la fase mixaggio è stata abbastanza complessa, ma siamo veramente contenti della riuscita». 

Ad impreziosire il mosaico di note e storie sul palco del teatro Cilea, ci sono state infatti, anche le sapienti sonorità del musicista senegalese Jali Diabate, il talento degli Archi dell’Orchestra del Teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria diretti dal maestro Pasquale Faucitano (violino) e composti da Paola Russo (violino), Sergio Tommasini (viola), Ludovica Cordova (violoncello) e Genziana D’Anna (violoncello), e dei fiati dell’Orchestra Giovanile dello Stretto Vincenzo Leotta, diretta dal maestro Alessandro Monorchio, suonati da Federica Macheda (clarinetto), Davide Maria Quattrone (sax contralto), Umberto De Felice (sax tenore), Giancarlo Morabito (sax baritono), Noel Battaglia (eufonio), Alessio Saccà (trombone), Francesco Albanese (trombone), Federico Morabito (tromba), Michele Giordano (tromba) e Loris Scarcella (tuba). Suoni miscelati tra la tradizione e l’innovazione come ci spiega Aricò, voce e basso elettrico. «In questo nostro nuovo disco c’è una novità ossia l’inserimento della batteria, ma anche l’uso della musica elettronica. Lo strumento, però non è usato come avviene solitamente nei dischi pop, fa sempre parte infatti, del linguaggio Mattanza dove le sonorità sono utilizzate come dei colori puntando sempre alla valorizzazione del testo. In quest’album poi ci sono parecchie novità come la presenza di tantissimi ospiti perché per noi la diversità è bellezza». Con “Magnolia” i Mattanza propongono linguaggi musicali innovativi, capaci di intrecciare la carica ritmica e evocativa di strumenti popolari - come i tamburelli, i fiati popolari, la mandola, la lira calabrese, la zampogna, la ciaramella, la chitarra battente, il cimbalo - con melodie e sonorità rese più moderne da bilanciati inserti di elettronica. La loro è un’identità che resta salda e fedele a quella primigenia nella misura in cui si rivela incline a rapportarsi con i tempi, tutti i tempi, e in questi veicolare contenuti antichi ma di forza e saggezza intramontabili, plasmando lo stesso uso degli strumenti, finanche della batteria, alla missione etica, più che etnica, di valorizzare parole e storie che abitano e alimentano le nostre tradizioni popolari.« Il nostro obiettivo è quello di rendere giustizia alle nostre tradizioni con un “abito musicale” degno di esse.DIchiara alla nostra testata Rosamaria Scopelliti, voce, percussioni e tastiere. Quello che cerchiamo di fare, con le sonorità anche del nostro nuovo disco, riagganciandoci comunque al nostro sangue, alle nostre radici. Uno obiettivo che non è mai mutato tra il vecchio e il nuovo corso».

La voce ancestrale della nostra grecità è stata affidata al fascino seducente di Peithò, alla forza generatrice di Afrodite, alla saggezza inossidabile di Atena, alla maternità selvatica di Artemide, alle oscurità notturne di Ecate, all’ombra della luna nuova di Perseide, allo splendore della luna piena Selene, alla luce che sfida di Chaos, all’amore vendicativo di Anteros e alla dirompente vitalità di Persefone. Grazie agli incanti multimediali di Claudio Martino e al talento di Lorenzo Praticò, le anime di "Magnolia" hanno rappresentato i fili che, tra un brano e l'altro, hanno intrecciato motivi mitologici. Tasselli teatrali originali, plasmati dal drammaturgo e regista Massimo Barilla che in essi ha saputo magistralmente fondere le tensioni contemporanee e l’antica saggezza dei Greci. «Siamo davvero contenti di quello che abbiamo potuto proporre al pubblico del Cilea in questa occasione. Tutto questo è Magnolia, il nuovo album di Mattanza che Sveva Edizioni Reggio Calabria ha deciso di produrre e, in collaborazione con Lino Lacquaniti e Francesco Monteleone di Edizioni Miseria e Nobiltà di Milano, di distribuire. Una serata particolare, naturale concretizzazione di una visione alimentata già cinquant’anni fa a Reggio Calabria, quando due giovani investivano nella musica con l’etichetta Fata Morgana. Quei due giovani erano mio padre e il padre di Lino Lacquaniti che ha sostenuto con me questo progetto. Già allora si lavorava per dare voce ad una Calabria che aveva tanto di bello da raccontare e far conoscere. Con i Mattanza, oggi noi proseguiamo con convinzione e con passione nel segno di quella visione”, ha commentato Antonio Marino di Sveva Edizioni Reggio Calabria».

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