Teatro in vernacolo

San Giovanni in Fiore, sul palco con Nuova idea: la vita raccontata in dialetto silano

La compagnia formata e diretta da Salvatore Audia ha appena finito di rappresentare per 15 serata l'ultima fatica del gruppo ”Antò…u cane ciengiari”

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di Franco Laratta
11 gennaio 2022
23:30

Sono passati trent’anni da quando un gruppo di ragazzi guidati dal giovane Salvatore Audia, ha iniziato un percorso che nessuno allora immaginava potesse condurre così in alto e così lontano nel tempo.

Nasce così una compagnia teatrale, Nuova Idea, a San Giovanni in Fiore, formata da un bel gruppo ragazzi cresciuti su un palcoscenico, dove si sono ritrovati quasi per gioco, e quasi ogni anno, per rappresentare uno spaccato delle vicende quotidiane della Calabria, delle coppie che scoppiano, dei litigi familiari, il tutto in dialetto stretto della Sila.


La compagnia ha raccontato, sempre con attenzione e rispetto, un mondo che resiste a ogni cambiamento, a ogni finto progresso. Il mondo degli antichi vicoli, delle case dei più umili, della gente di quella Calabria antica e nobile.
La coppia vincente del gruppo è formata da Salvatore Audia, autore di gran parte delle opere teatrali di Nuova idea, con l’inarrivabile Barbara Marrella, una ragazza del posto che non ha bisogno di recitare: lei sul palcoscenico è semplicemente quella che è nella vita, nella sua autenticità, nella sua passionalità, nei suoi scatti d’orgoglio, nel suo dialetto urlato che in lei sembra quasi cantato. 

Salvatore Audia, leader di questa compagnia, è un fine autore, attento regista e primo attore di grandi qualità artistiche. Un fuoriclasse del teatro dialettale calabrese. A vederlo e ascoltarlo sembra uscito da uno schizzo defilippiano, con la sua autenticità teatrale, con quella naturalezza espressiva coinvolgente, con una teatralità innata. Tutti elementi che gli permettono di portare in scena dolori e piaceri di una quotidianità povera, semplice,  umile ma mai banale o peggio ancora volgare.

Quotidianità che lui riesce a trasformare in un’opera d’arte, in un ritratto d’autore. L’ultima commedia, ”Antò…u cane ciengiari” è stata portata in scena per ben 15 serate tra dicembre e gennaio, nonostante il nuovo boom di contagi Covid, che Audia e C. hanno deciso di sfidare, provando ad allontanare la paura dal volto della gente.

Una commedia brillante che ha rappresentato un salto di qualità nella storia di questa compagnia teatrale calabrese. Commedia più lontana dallo schema tradizionale prettamente paesano, per immergersi in una quotidianità che si sviluppa in uno studio legale dove accade di tutto, dal dramma alla farsa, dove passano in rassegna personaggi surreali, maschere pirandelliane, mentre l’avvocato fatica a mantenere una certa calma, rimanendo più o meno fedele al suo stile formale.

Brilla la superba interpretazione dell’arcigna mamma dell’avvocato (Barbara Marrella); quella del guappo napoletano Franco Racisi, che si presenta con antipatia e strafottenza (bravissimo Massimiliano Straface); i rissosi fratelli Quintieri (Giuseppe Caputo e Giuseppe Nicoletti, veramente ok); l’evanescente cliente dello studio (Teresa Raimondo); superlativo il più giovane del gruppo, Giuseppe Audia (figlio d’arte), che sa stare sulla scena come se fosse nato e cresciuto su un palcoscenico (ma lui è veramente nato e cresciuto nel teatro!). Menzione speciale per la venditrice ambulante cinese (l’incontenibile Mariateresa Caputo); brava anche la fidanzata dall’ avvocato (Antonella Romano).

Si tratta di giovani attori, tutti bravi e tutti in grado di reggere una sfida che non era semplice in un tempo in cui tutto è così complicato. Meritano pieno apprezzamento, perché da 30 anni sono sulla scena facendo uno sforzo veramente grande. In fondo la Calabria è questa: comunque ti muovi trovi arte, storia, tradizione e anche  cultura teatrale.

L’impegno artistico di Audia, nel tempo è cresciuto, i rapporti con il mondo dell’arte recitativa si sono allargati. Così Audia incontra il cinema -  partecipa al cortoPrima del buio” contro l’abuso dell’alcol, e al lungometraggioTienimi stretto” film sulle ‘ndrine del rossanese e del coriglianese - del regista Luca Fortino.

Continua da sempre la collaborazione di Audia con il regista Jordan River della Delta Star Pictures, in seno alla produzione di audiovisivi e docufilm, prestando la sua voce nella narrazione dei girati – Bernini 3D; La cerimonia del Tè - nei templi shaolin; Hollywood Italian Lifestyle 3D - docufilm sugli italiani naturalizzati in America e il loro rapporto con la Silicon valley; docufilm su Caravaggio – docufilm su Artemisia Gentileschi – Docufilm su Stonehenge il tempio di pietra; docufilm l’Isola di Ponza.

Quello che hanno fatto per trent’anni Salvatore Audia e i ragazzi di ‘Nuova idea’ merita un riconoscimento pubblico e ufficiale, perché fare teatro, recitare, mettersi in discussione, fare quindi Cultura con umiltà e tantissimi sacrifici, è una sfida enorme. E questi ragazzi hanno saputo vincere questa sfida con determinazione e perseveranza. Senza arrendersi mai.

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