Ha solo 11 anni ma nuota già come una veterana. Alessia Raso, giovane promessa del nuoto paralimpico, non vede dalla nascita, ma ha imparato a guardare lontano con la forza della determinazione. Tesserata con l’Arvalia Nuoto Lamezia, Alessia si sta facendo largo a suon di record nelle piscine italiane, diventando un simbolo di inclusione, coraggio e talento.

Nel 2023, la piccola atleta calabrese ha conquistato il record italiano di categoria Esordienti nei 50 dorso con un tempo di 2:39.8, durante il “1° Memorial Massimo Borracci” disputato alla piscina comunale “Salvatore Giudice” di Lamezia Terme. Un risultato ottenuto insieme al padre Giuseppe Raso, ad Antonio Porro e Gianvittorio Longo, che ha permesso alla squadra lametina di chiudere al secondo posto nella classifica finale. In quell’occasione, Alessia ha ricevuto anche  i complimenti di Massimiliano Rosolino, campione olimpico a Sydney 2000 e mondiale nel 2001.

Nel mese di febbraio 2024, Alessia ha fatto registrare altri due nuovi record italiani anche sul fronte FINP (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico): 2:02 nei 50 dorso e 2:09 nei 50 stile. Prestazioni che non solo confermano il suo talento in acqua, ma raccontano anche il percorso straordinario di una bambina che ha scelto di trasformare la disabilità in un’opportunità. Al di là dei risultati cronometrici, Alessia rappresenta infatti un simbolo di inclusione e speranza.

«Lo sport è importante non solo come attività fisica, ma anche per dare un messaggio di inclusione – ha dichiarato Alessia in occasione della sua premiazione alla Cross Country delle Fate di Platania –. Nonostante la disabilità si può fare di tutto, anzi spesso la disabilità diventa anche un'alleata. Io ad esempio ho imparato il Braille, che è una scrittura diversa da quella che usano gli altri, per me è stata una conquista».

Per Alessia il nuoto non è solo uno sport: «Quando nuoto sono felice, mi sento libera. Sin da piccola mi è sempre piaciuto, nuotare, stare nell'acqua. È uno sport che fa capire che si può fare di tutto».

Un messaggio condiviso anche dal padre Giuseppe, che la accompagna in ogni tappa del suo cammino sportivo e personale: «Il nuoto è il nostro strumento per parlare di inclusione. Grazie a mia figlia  ho cominciato a nuotare anch’io. Non per ambizioni agonistiche, ma per trasmettere un’idea diversa di sport e disabilità». Non solo nuoto ma anche ciclismo, attraverso un progetto che Giuseppe Raso sta portando avanti insieme a Paolo Mazzei della Reventino bike: «Stiamo lavorando per promuovere anche il paraciclismo in Calabria, una disciplina ancora poco conosciuta. Ci vorrà tempo, ma siamo determinati».