Catanzaro calcio, il presidente “squalificato” non ci sta: «Trattato da delinquente»

Floriano Noto annuncia il ricorso dopo il pesante provvedimento disciplinare inflittogli dal giudice sportivo: «Saprò difendermi nelle sedi opportune»

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di Redazione
25 maggio 2019
09:36

Strascichi pesanti per il dopo Catanzaro – Feralpisalò (2-2) che è costata l’eliminazione dai playoff ai giallorossi. In particolare eloquente è la reazione del numero uno del Catanzaro, Floriano Noto, dopo la decisione del giudice sportivo di inibirlo a svolgere ogni attività in seno alla Figc, a ricoprire cariche federali ed a rappresentare la società nell’ambito federale fino al 30 giugno 2020, con l’ammenda di 10mila euro, per «comportamento irriguardoso e offensivo» nei confronti del quarto uomo durante la gara e per «frasi gravemente offensive – si legge sempre nella delibera - con atteggiamento minaccioso» verso l’arbitro al termine della gara.

Le dichiarazioni di Noto

Grande quindi il disappunto di Floriano Noto che in una dichiarazione rilasciata ai canali ufficiali del club ha commentato il provvedimento come «assolutamente sproporzionato rispetto all’accaduto. Pur ammettendo di aver agito in modo impulsivo, certo non violento come sembra evincersi dalla motivazione – dichiara Noto -, mai avrei potuto immaginare di ricevere una sanzione del genere che, di fatto, mi estromette dalla guida della società per un anno intero. Quasi fossi un delinquente della peggiore specie e non un imprenditore che, vivaddio, si è costruito negli anni un’immagine rispettata ovunque, a qualsiasi latitudine».


A margine dell’inibizione quali scenari?

Il presidente annuncia così dei provvedimenti ma non esclude epiloghi clamorosi. «E dopo aver metabolizzato quanto accaduto e aver riflettuto attentamente, ritengo che per il bene della Catanzaro calcistica, qualora non fosse preso in esame il ricorso che a giorni presenteremo avverso questa decisione ingiusta, debba rivedere la mia posizione e quella della mia famiglia. Bisognerà capire se il gruppo Noto potrà ancora fare calcio senza essere penalizzato da questo “sistema”, o se bisognerà profondere sempre più energie perché siano rispettati i propri diritti e la dignità di una grande società e di una intera città. Eppure ero convinto (ingenuo!) di poter contribuire a cambiare le sorti di questa terza categoria, anche alla luce del ruolo rivestito in seno al Consiglio di Lega, organo al quale ho partecipato a quasi tutte le riunioni con entusiasmo e proposte che mi sono sempre sembrate finalizzate alla crescita del movimento». Infine: «Per quanto riguarda l’onorabilità della mia persona, offesa dalle insinuazioni calunniose relative al mio comportamento al termine della gara con la FeralpiSalò, saprò difendermi nelle sedi opportune. Restiamo con la grande amarezza del risultato sportivo e di questa “coda” che rappresenta una brutta pagina della mia pur breve esperienza nella Lega Pro ma fiduciosi nella difesa dell’avvocato Chiacchio che, a giorni, depositerà il relativo ricorso».

 

 

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