Rossano – quella sportiva, a tinte rossoblù, e non sia lesa maestà se, questa volta, non è anticipata da Corigliano – trascorrerà un’altra domenica di passione. Per quei due colori che forse come non mai, stanno richiamando allo “Stefano Rizzo” numeri mai visti prima, dopo troppa attesa, troppa amarezza, ingoiate nel decennio precedente.
Oggi il tifoso rossoblù è felice, sereno, convinto di avere una prospettiva, al contrario di quanto accaduto nel passato. Questa Rossanese, questa società – capitanata da Fabio Abbruzzese, gestita tecnicamente da Giuseppe Sifonetti ed allenata da Luca Aloisi – ha soffiato sulla cenere e riacceso il sacro fuoco della voluttà a tinta di rossoblù.

Questi dirigenti e con loro lo staff tecnico, i calciatori, stanno riuscendo a spazzare via le delusioni cocenti del 2007, anno del fallimento della storica Rossanese ad opera di un presidente cosentino, e poi l’amarezza per la restituzione del titolo sportivo alla Silana nel 2012, da dove l’allora presidente Alfonso Guerriero l’aveva prelevato quattro anni prima per tentare una resurrezione malriuscita.
La storia insegna e dalla storia si deve imparare, per evitare ulteriori cocenti illusioni come quelle a cui si era aggrappato il popolo della Rossanese nel 2010, dopo i play off per la Lega Pro – persi malamente a Matera – contro l’Avellino, e la perdita del titolo sportivo a seguito della retrocessione in eccellenza l’anno dopo.

Dopo la pioggia c’è sempre il sole

La gioia è così, la passione – gonfiata dall’attesa spasmodica di vedere calcio ad un certo livello – pure.
Questa squadra è stata capace di “restituire” lo stadio alla sua gente, lottando e spesso vincendo, domenica dopo domenica – nel corso di questa stagione – dimostrando attaccamento alla maglia, col sudore, con la cultura del lavoro e della dedizione a ciò che si fa, avendo rispetto – soprattutto – di chi ti incita e ti acclama la domenica, in casa e in trasferta.
Ed a questa società è riuscita un’impresa titanica agli occhi dei rossanesi, anch’essa lavorando e costruendo mattone dopo mattone, nel tempo, dopo tanti anni di anonimi campionati di Promozione: essere credibile.

Certo, è ancora presto per fare voli pindarici, per immaginare un futuro – quanto meno – in Serie D, perché prima di arrivarvi mancano la partita di ritorno contro la Real Aversa e se vorranno gli dei del pallone, altre due nella finale play off. Ma questa dirigenza, questo progetto costruito senza sfarzi, con l’obiettivo di centrare una salvezza tranquilla, con la forza della programmazione – vanno sostenuti, aiutati – comunque vada – non solo con gli abbonamenti l’anno prossimo, ma anche dal tessuto imprenditoriale locale e dall’amministrazione comunale, perché davvero non si può dilapidare questo patrimonio e, quindi, disperdere nuovamente 3-4mila spettatori in Eccellenza (ed un potenziale ancora maggiore…), un “lusso” che forse pochissime squadre possono vantare in Italia. Insomma, dopo la pioggia, comunque andrà, esce sempre il sole.

La Rossanese sa già come si fa

La storia, frattanto, racconta che la Rossanese sa già come si fa. Accade proprio nel 2009, ultima delle illusioni.
I bizantini chiudono quella stagione terzi in classifica, dietro il Sambiase che approderà in Serie D e l’Omega Bagaladi. Nella fase dei play off regionali la Rossanese incontra in semifinale la Palmese, contro la quale vince sia all’andata – il 2 maggio a Palmi, 1-0 –che al ritorno, il 6 maggio al Rizzo per 2-1.
In finale regionale la squadra rossoblù affronta il Praia: il 13 maggio, sul Tirreno, si impone 1-0; una settimana dopo in riva allo Ionio finisce 2-1. Si approda così alla fase nazionale che si disputano il 24 e il 31 maggio. In semifinale la Rossanese affronta l’Atletico Nola. L’andata al Rizzo finisce 1-0. Al ritorno i bizantini perdono in Campania di misura, 2-1, dopo aver fallito anche un rigore a favore. Tanto basta, però, per qualificarsi così alla finalissima nazionale contro il Licata, anche questa da disputare in due gare, andata e ritorno, in programma il 7 ed il 14 giugno 2009.
In Sicilia la Rossanese perde 2-0 ma i 4000mila del Rizzo mettono le ali a capitan Morano e compagni, che vincono 2-0. La lotteria dei rigori è uno stillicidio di emozioni ma alla fine la spuntano i sacri colori rossoblù, dopo un cammino lungo un mese, temperature sopra i 30 gradi, cuori ansimanti e grandi speranze.

Insomma, come andrà a finire, è un capitolo tutto da scrivere. Il più, però, la Rossanese l’ha già fatto, rinascendo dalle ceneri come l’Araba Fenice.