Vela, il sogno del campioncino calabrese: attraversare l’Atlantico in solitaria

Demetrio Sposato, 18enne di Crotone, già vice campione del mondo under 19 nella 420, ha nel cuore un'impresa storica: « Ci vogliono sponsor e mezzi, ma ci riuscirò»

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di Monica La Torre
13 giugno 2020
19:02

C'è un ragazzo di Crotone che sogna in grande, e che ha tutte le carte in regola per riuscire. Demetrio Sposato, classe 2002, vice campione del mondo di vela under 19 nella 420, ha nel cuore un'impresa storica: la traversata dell'Atlantico in solitaria. Un cimento il cui fascino ha contagiato e spinto in mare tutti i grandi di questo sport. E soprattutto un traguardo che, se centrato, costituirebbe una vittoria per l'intera regione.

 


Servono sponsor... e coraggio!

«La traversata dell'Atlantico è il mio sogno – racconta Demetrio, che pur venendo dall'agonistica, ed essersi messo in mostra in ambito internazionale sin dal 2012, guarda all'avventura più che alle Olimpiadi-. Mi rendo conto che è un'impresa difficile, che ci vogliono sponsor e mezzi: ma ci penso da tempo, e confido di riuscire».

 

L'Ocean Race

Per inciso, l'Altlantico non è il solo obiettivo di questo portabandiera della vela regionale: «Un altro sogno, il più grande dal punto di vista sportivo, è quello di partecipare alla Ocean Race: ma vorrei farlo con una storia alle spalle, magari dopo l'Atlantico, anche come medico di bordo. Quest'anno – prosegue -, mi sono iscritto a Medicina, ed intendo andare avanti. Voglio continuare a fare vela con l'impegno giusto: quello che mi permetterà di studiare».

 

Più avventura che agonismo

Certo è che i risultati raggiunti nella categoria Under 17 ed Under 19, la detenzione  dei due titoli europei nel 2017, del bronzo al campionato del mondo 2017 e del titolo di vicecampione del mondo nel 2019 nella classe 420 non hanno tolto a Demetrio la visione fiabesca del mare. L'atleta guarda a circuiti internazionali di alto livello, certo: ma compatibili con tutte le sue passioni.

 

Un amore nato per caso

Strano, se si pensa che l'attrazione fatale per la vela nasce per caso. «Io avevo sette anni quando i miei mi iscrissero ad una scuola vela, facendomi salire su un Optimist – racconta-. Lì per lì mi era piaciuto tantissimo: le onde, il mare, nuovi amici. Per un bambino, un corso di vela è un sogno... Ma con l'arrivo dell'inverno avevo cambiato idea. Non volevo più andarci, era una fatica, sentivo freddo: insomma, stare su una barchetta, in piena brutta stagione non è così accattivante da piccoli! -. E ancora-: La mia famiglia non è certo composta da marinai. Eppure, se ho resistito, lo devo anche ai miei genitori. Ricordo che mi dissero “Non si molla per pigrizia, ai primi ostacoli o solo perché fa freddo... se qualcosa ti piace, devi insistere, niente ti deve fermare". E così è stato, fino al giorno in cui mi sono innamorato totalmente della vela».

 

Vivere il mare

«Vivere il mare è una fortuna enorme- prosegue il campione -. Il contatto con la natura regala sensazioni uniche. Se pensi alla differenza tra le ore passate in classe e quelle in barca, già da piccolo puoi capire che non c'è niente come la vela, per provare sulla pelle la libertà assoluta». Le stesse sensazioni che, per inciso, lo hanno spinto a fissare su carta, dai 12 ai 15 anni, le sue emozioni (oggi divenute un libro, "Alchimie tra vento e mare", edito da Aletti nel febbraio 2019).

 

Un messaggio ai ragazzini

E proprio insistendo su questo passaggio, c'è un appello per tutti i bambini calabresi. «Uscite, andate per mare, provateci. Il mare è un maestro di vita. Ti spinge a guardarti dentro, anche mentre ti diverti. Ti fermi a pensare, sfidi la natura, sfidi te stesso, trovi il tuo limite. Il suo insegnamento ti rimane dentro per sempre. Ogni decisione presa in barca ha una conseguenza immediata, un effetto: e questo effetto lo decide il mare. Non i tuoi coetanei, non la tua famiglia, non la società. Non sei influenzato da niente e da nessuno. Ed è fantastico».

 

E domani?

Cosa c'è nel futuro di questo velista ed aspirante medico? «Ho appena archiviato l'ultimo anno l'ultimo anno da under19, e voglio continuare a vivere lo sport non solo come puro agonismo, ma in prospettiva, per ottenere qualche altro traguardo, a prescindere dalle Olimpiadi. Anche se poi, alla fine dei conti, non si può mai dire... magari arrivano anche loro! - ride -. Sto meditando di continuare ad allenarmi nella 420 – categoria assoluta: ma anche iniziare la stagione sui J70 potrebbe essere interessante. Vedremo il da farsi, anche sulla base dell'evolversi dell'attuale situazione. E ripeto: mi alleno, e continuerò a farlo. Ma per me, prima della competizione pura, c'è l'amore per il mare. E proprio per questo il futuro è ancora tutto da decidere».

Giornalista
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