La promozione in tasca, un’identità ritrovata e l’entusiasmo di una città che ha riscoperto il calcio: il direttore generale dello Sporting Polistena Mimmo Auddino racconta la rinascita del club, tra risultati sorprendenti e basi solide per il futuro. A breve il confronto con mister Gambi per programmare la prossima stagione in Promozione, puntando sulla forza del gruppo e su pochi ritocchi mirati. L’obiettivo è restare competitivi, senza perdere anima e compattezza.

Quando e come è nato il progetto Sporting Polistena? Chi ha creduto per primo in questa idea?
«Il primo squillo di tromba si è avuto nell’aprile 2024, grazie a un’iniziativa del sindaco Dott. Michele Tripodi che ha indetto un’assemblea popolare per raccogliere consensi tra chi desiderava rivedere il calcio a 11 a Polistena. È stato proprio il nostro sindaco a credere per primo nella possibilità di riaccendere l’ambiente e il cuore dei tifosi rossoverdi».

Qual è stata la prima mossa concreta che avete fatto per dare vita alla squadra?
«Durante quella famosa assemblea, alcuni appassionati hanno dato disponibilità immediata. La prima mossa è stata creare un gruppo di soci fondatori che potesse dar vita sia alla struttura dirigenziale che a quella tecnica».

Dopo anni di assenza, quanto è stato complicato ricostruire una realtà sportiva credibile, dentro e fuori dal campo?
«Dentro, moltissimo. Partivamo dal nulla: materiale sportivo, squadra, tutto. Fuori è stato più semplice grazie alla credibilità dei dirigenti, ai risultati immediati e alla cultura calcistica storica di Polistena».

Avete mai pensato: “ma chi ce l’ha fatto fare?”
«Qualche volta sì. Ogni settimana c’erano problemi da risolvere, ma i risultati della squadra ci spingevano a continuare con convinzione».

Quando ha capito che questo gruppo poteva vincere il campionato?
«Dopo le prime sei vittorie consecutive, tra cui quella netta contro il Taurianova Academy. Si vedeva compattezza, unità e voglia di lottare».

Qual è stato il momento più difficile?
«L’addio improvviso di mister Babuscia. Eravamo primi e lo scontro diretto con il Taurianova era vicino. Ma il DS Ciccia ha trovato subito un degno sostituto in mister Nello Gambi, che ha proseguito il lavoro con professionalità».

La vittoria più bella? E la delusione più grande?
«La vittoria più bella è stata il 4-0 contro il Taurianova. A pari merito quella di Lazzaro, che ci ha dato la matematica promozione. La delusione? Il pareggio con il Gebbione: due pali, due traverse, un rigore parato. Due punti persi che potevano costarci caro».

Qual è stata la squadra più difficile da affrontare?
«Il Catona, ma anche il Taurianova Academy. Entrambe ben strutturate e meritevoli di categorie superiori».

A che punto siete con la programmazione per la Promozione?
«Dopo la Coppa della Regione inizieremo a programmare. Sappiamo che ci aspettano squadre attrezzate, sarà un’altra sfida».

Sul futuro di mister Gambi? State già lavorando al rinnovo?
«Siamo concentrati sull’ultimo impegno stagionale, ma abbiamo grande rispetto per il mister. Ha lavorato con professionalità e ha dato continuità al progetto. A breve ci incontreremo per discutere il futuro e iniziare a costruire la rosa per la Promozione».

Servirà una rivoluzione in rosa?
«No, confermeremo tutti. I ragazzi sono validi. Valuteremo solo pochi rinforzi mirati».

Qual è l’obiettivo per la prossima stagione?
«Vogliamo restare competitivi e confermare quanto di buono fatto. Niente rivoluzioni, ma sempre ambizione».

Lo stadio Elvio Guida è pronto per la Promozione?
«Sì. Il sindaco Tripodi sta lavorando a migliorie importanti: nuova tribuna, illuminazione e rifacimento della pista».

Cosa risponde a chi pensava foste una squadra di passaggio?
«Neanche noi ci aspettavamo di vincere così presto. L’obiettivo erano i play-off. La squadra ha riportato entusiasmo in città. La società è ambiziosa, con dirigenti esperti e giovani, ne cito solo uno che rappresenta l’icona del calcio dilettantistico calabrese “Peppe Giancotta”. Lo Sporting Polistena non nasce per partecipare, ma per costruire un percorso solido e duraturo».