Lingua Blu, aumentano i focolai in Calabria: l’epidemia rischia di uccidere un intero settore
Più che raddoppiati i focolai (da 49 a 122). Unico mezzo per contrastarla è la vaccinazione ma serve fare in fretta. I servizi in onda a Dentro la notizia
Crotone la provincia più colpita dall'epidemia di Lingua Blu, Cosenza e Catanzaro quelle da cui si guarda con gli occhi della solidarietà agli allevatori costretti ad abbattere i loro capi e contestualmente con la preoccupazione che l'epidemia possa diffondersi in maniera altrettanto aggressiva anche in questi territori. La protezione delle greggi passa attraverso la massiccia campagna di vaccinazione predisposta dalla Regione, già acquistate 500 mila dosi. Ma l'incubo della propagazione della malattia, non fa dormire sonni tranquilli agli imprenditori zootecnici già duramente provati da tubercolosi e brucellosi e pure dalla siccità.
Mediamente a livello nazionale il problema riguarda poco più del dieci percento dei capi di bestiame complessivamente presenti. In Calabria il più recente bollettino epidemiologico nazionale veterinario segnala nell'ultima settimana un forte incremento dei focolai, passati da 49 a 122, con una crescita quindi di oltre il cento percento che porta la regione al quarto posto su scala nazionale per casi confermati dietro la Sardegna, dove si concentra oltre il 75 percento delle infezioni complessive, e poi dietro al Piemonte e alla Lombardia. Mentre anche dalla Sicilia iniziano ad essere segnalati i primi cluster presenti peraltro pure nel reggino, per fortuna ancora in maniera isolata, nella zona della Locride. Insomma, si teme il dilagare del problema anche nelle province di Catanzaro e Cosenza, dove pure insiste una discreta economia che ruota intorno all'allevamento degli ovini, e che alimenta la filiera del latte da cui si ricavano prodotti caseari di alta qualità (in copertina e di seguito i servizi andati in onda nella prima puntata di Dentro la notizia a cura di Salvatore Bruno e Procolo Guida).