È polemica

Putin: «L’Italia ci è sempre stata vicina, lì mi sentivo come a casa»

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di Redazione
21 febbraio 2024
11:51

Il presidente russo lo ha detto rispondendo alle domande di una studentessa milanese durante un forum a Mosca. Le sue parole hanno alimentato la bufera scatenata dalle affermazioni di Salvini sulla morte di Navalvy

«L'Italia ci è sempre stata vicina, ricordo come mi accoglievano, lì mi sentivo a casa». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin rispondendo alla domanda di una studentessa italiana, Irene Cecchini, che frequenta l'università di relazioni internazionali Mgimo sotto l'egida del ministero degli Esteri russo. È accaduto durante un forum intitolato 'Idee forti per tempi nuovi'. 

La domanda riguardava le politiche sull'immigrazione e l'inserimento nel mercato del lavoro russo. Ma lo zar ha ingaggiato con lei un botta e risposta ponendole anche domande personali. Putin le ha chiesto dapprima da dove venisse, e lei ha risposto che è originaria di Milano. «Un bel posto, una regione industrializzata dell'Italia», ha commentato il presidente, che ha anche ricordato le sue visite nella Penisola elogiandone l'accoglienza. 


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Parole che a Roma, proprio quando prendono il via i preparativi per il G7, vengono derubricate a propaganda. Ma le frasi al miele di Putin alimentano la bufera politica che si è scatenata dopo le considerazioni di Salvini sulla morte di Navalny. Il segretario della Lega e vicepremier, sulle circostanze del decesso dell'attivista russo, è stato gelido: «Bisogna fare chiarezza, ma la fanno i medici, i giudici, non la facciamo noi».

Posizione che non suscita solo gli attacchi delle opposizioni, ma sollecita anche i distinguo da parte degli alleati di governo ed un'altrettanto gelida replica della Commissione Ue: «Non servono indagini penali per definire che cosa ha esattamente causato la sua morte». Che le posizioni in maggioranza siano divaricate lo dimostra il durissimo giudizio del ministro degli Esteri, anch'egli vicepremier, Antonio Tajani che ha parlato di "gulag" per Navalny, aggiungendo: «La sua morte se non è stata provocata direttamente, lo è stata in maniera indiretta». Insomma, il dissidente, se non ucciso da un killer, «è stato fatto morire». E la Farnesina, proprio per il caso Navalny, convoca l'ambasciatore russo in Italia Alexei Paramonov allineandosi a diverse altre cancellerie europee. In attesa degli sviluppi diplomatici sul caso, le parole di Salvini tengono così alta la tensione politica. 

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