VIDEO | L’uomo, con precedenti per tentato omicidio e due TSO, è stato rilasciato senza misure di sorveglianza attiva. L’associazione Libere Donne: «Gravissimo non informare, lo Stato protegga chi denuncia»
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Corigliano Rossano – Un episodio che solleva interrogativi e inquietudine: una donna, vittima di atti persecutori, ha scoperto casualmente che il presunto aggressore, già sottoposto a due trattamenti sanitari obbligatori e accusato in passato anche di tentato omicidio, è stato rimesso in libertà. Il dato più sconcertante, secondo quanto raccontato, è che né lei né il suo legale sarebbero stati avvisati. Nessuna comunicazione ufficiale.
Un’assenza che, oltre a generare un profondo turbamento, riapre vecchie ferite e paure mai del tutto sopite. A intervenire sulla vicenda è Caterina Villirillo, presidente dell’associazione Libere Donne di Crotone: «Abbiamo una vittima che dopo aver combattuto nelle aule del Tribunale, all’improvviso si ritrova a rivivere tutto come una nuova morte».
La liberazione ha lasciato la donna e chi le è vicino in uno stato di forte allerta. L’uomo sarebbe sottoposto solo all’obbligo di osservare alcune prescrizioni, ma senza braccialetto elettronico o altri strumenti di sorveglianza attiva. «Non ha un braccialetto, non ha una cavigliera – afferma Villirillo – abbiamo tanta paura».
Nessun avviso alla vittima
Il fatto che la persona interessata non sia stata informata dell’uscita dell’uomo ha sollevato la protesta delle realtà associative e di chi si occupa di sostegno alle vittime di reato. «È una cosa gravissima – continua Villirillo – perché andava fatta quantomeno una comunicazione all’avvocato, o alla vittima stessa. Anche per una questione psicologica, perché qui c’è anche un ragazzo (il figlio della vittima) a cui è stata sconvolta la vita». Secondo l’attivista, questo tipo di mancanze non può essere più tollerato: «La vittima ha il diritto di sapere che il proprio carnefice esce. Lo Stato non può ignorare il rischio. Questa storia deve finire: non possiamo più dire che sono finiti i precedenti. Se guardiamo ai tanti episodi recenti, vediamo che la mattanza non si è fermata».
Appello alla cittadinanza e alle forze dell’ordine
Dal territorio arriva un invito forte all’intera comunità a non restare indifferente: «Chiedo ai cittadini di Corigliano e Rossano – dice Villirillo – di stringersi attorno a questa donna. Bisogna creare una rete che la sostenga, che le dia la forza di andare avanti, di sentirsi protetta». Un appello viene rivolto anche alle istituzioni: «Alle forze dell’ordine chiediamo vigilanza. I giudici hanno fatto le loro sentenze, ma ora tocca alle forze dell’ordine far rispettare tutto».
Le parole della vittima
«Paura? Moltissima, per me e per la mia famiglia». «Quando ho saputo la notizia, ho pensato che si tornava nella stessa situazione di prima: la paura, il terrore, una vita fatta di orari rigidi, di sguardi a destra e a sinistra, di controlli continui sui figli. È tutto ricominciato». «Allo Stato voglio dire che deve dare giustizia, deve stare più attento alle vittime, più vicino. Perché noi siamo morti che camminano. È inutile parlare di pazzia: l’evento può accadere in qualunque momento, anche se uno denuncia».