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Depurazione Calabria, 80 milioni di euro stanziati e non spesi: «Sono lì da 5 anni, inaccettabile»

Il consigliere regionale di Coraggio Italia Francesco De Nisi interroga Occhiuto e punta il dito contro il commissario unico: «Serve un’azione forte e una struttura regionale dedicata»

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di Francesco Altomonte
3 marzo 2022
10:50
Il depuratore di San Onofrio durante un blitz dei carabinieri
Il depuratore di San Onofrio durante un blitz dei carabinieri

Ci sono più di 80 milioni di euro stanziati per la depurazione in Calabria che attendono da 5 anni di essere spesi. Nello specifico, su 9 interventi programmati nel 2017 e finanziati con fondi Cipe solo due sono stati portati a termine.

La vicenda è stata riproposta dal consigliere regionale di Coraggio Italia Francesco De Nisi con un’interrogazione rivolta al presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto nella quale si punta il dito sulla presunta inerzia del commissario unico per la depurazione. Questi ha il compito di accelerare la progettazione e la realizzazione dei lavori di collettamento, fognatura e depurazione interessati dalle procedure di infrazione comunitaria aperte nei confronti dell’Italia.


De Nisi chiede ad Occhiuto di «intraprendere una forte azione nei confronti del Commissario unico per la depurazione e dei competenti ministeri al fine di far avviare in tempi celeri i lavori delle opere infrastrutturali previste per adeguare lo stato dei servizi di fognatura e di depurazione alla normativa europea allo scopo di assicurare adeguati sistemi di protezione dai rischi derivanti dalla cattiva gestione delle acque reflue per la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente».

Il tema della depurazione in Calabria è uno dei più dolenti, uno di quelli che tornano alla ribalta durante ogni estate quando l’impatto della cattiva depurazione si riverbera sulla qualità delle acque del nostro mare e, quindi, sul turismo. Non solo: nel corso degli ultimi anni dono diversi i sequestri da parte delle forze di polizia di impianti di depurazione mal funzionanti in Calabria. 

De Nisi chiede al presidente Occhiuto «se non si intenda costituire una struttura regionale dedicata esclusivamente alla depurazione onde poter fornire supporto al Commissario unico per la depurazione nazionale e per seguire l’iter per   realizzazione degli ulteriori interventi di competenza Regionale già finanziati con delibera Cipe 60/ del 2012 e seguenti, oltre alle procedure di infrazione ancora in fase di definizione».

In Calabria, infatti, ricadono in procedura di infrazione già definite nove interventi in ambito fognario e depurativo. Il totale degli investimenti finanziati con delibera Cipe è di oltre 87 milioni di euro.

Gli interventi finanziati e rimasti solo sulla carta sono quello di Acri, per l’ottimizzazione del sistema fognario e depurativo, per un importo di 9 milioni e 800mila euro; Castrovillari (capofila) che riguarda anche i comuni di Frascineto, Civita e San Basile, 5 milioni e 600mila euro; Motta San Giovanni, completamento delle reti fognanti e realizzazione del collettore all’impianto di depurazione, 1 milione e 200mila euro.

Ci sono poi i due dell’area del Vibonese per il disinquinamento della fascia costiera: il primo riguarda l’area dell’Angitola con Pizzo comune capofila ma che interessa anche Maierato, Monterosso Calabro, Polia, Filadelfia, San Nicola da Crissa, Filogaso, Francavilla Angitola, Capistrano, 6 milioni e 300mila euro; il secondo, area del Mesima, con un importo di 4 milioni e 200mila euro, per Jonadi, San Calogero, Mileto, Rombiolo, Filandari, San Costantino Calabro, Francica, Stefanaconi e Sant’Onofrio.

«Ciò è particolarmente allarmante – attacca De Nisi - ed evidente in alcuni tratti della costa calabrese come quella Vibonese dove il fenomeno dell’inquinamento marino provoca oltre a danni ambientali notevoli e incalcolabili danni economici dovuti alle ricadute negative sull’industria turistica del vibonese».

L’intervento con il maggiore importo è quello di Reggio Calabria, dove sono stati stanziati 35 milioni di euro per il completamento e ottimizzazione dello schema depurativo della città; 14 milioni sono stati previsti, invece, per a Corigliano Rossano per la realizzazione della piattaforma depurativa consortile e la realizzazione delle opere di collettamento.  

De Nisi sottolinea come tutto ciò sia «inaccettabile e non più rimandabile, soprattutto alla luce del fatto che degli interventi affidati al commissario unico nel lontano 2017 soltanto due sono stati eseguiti e collaudati: il depuratore di Crotone, 2 milioni; raccolta reflui Montebello Jonico, 2 milioni e 300 mila euro, per l’importo di 4 milioni e 300mila euro, ovvero appena il 5% degli interventi previsti. La Calabria non lo merita  chiosa De Nisi - i calabresi non lo meritano».

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